Chiede soldi per il protesto segretaria ai domiciliari
Accusata di concussione, riceveva soldi da imprenditori per non segnalare i protesti
Secondo l’accusa avrebbe chiesto cento euro a due imprenditori della Valtrompia per rallentare le pratiche di un protesto in modo che potessero tentare di risanare una situazione finanziaria da allarme rosso. Ora la segretaria comunale di Concesio, 66 anni, dovrà raccontare come sono andati i fatti al giudice per le indagini preliminari che deciderà se convalidare i domiciliari.
Offriva tempo in cambio di soldi (sporchi). Quello necessario affinché coloro che stavano rischiando un protesto formale — con tutte le conseguenze che comporta — potessero «sistemare» la loro posizione fiscale. Segretaria comunale a Concesio (ma anche a Castegnato, Caino e Lodrino), Dora Cicalese, 66 anni, pare parlasse chiaro: «Se mi dai cento euro io ti do una mano e faccio finta di nulla». Dall’altra parte della scrivania due imprenditori della Valtrompia (soci) segnalati dalle banche. Sì, perché non solo notai e ufficiali giudiziari in senso stretto: capita che siano proprio gli istituti di credito, in caso di assegni o cambiali inevase, a «incaricare» il Comune — o meglio, i segretari, per i quali è previsto anche un diritto di cancelleria — di «levare» il protesto affinché sia ufficialmente segnalato alla Camera di commercio. I carabinieri (al lavoro la sezione di polizia giudiziaria della procura e i colleghi del comando di piazza Tebaldo Brusato) l’hanno arrestata con l’accusa di concussione nel primo pomeriggio, proprio a Concesio: su disposizione del pm Ambrogio Cassiani si trova ai domiciliari, in attesa che il gip si pronunci. E lei, che se ne stava nel suo ufficio, sembra che proprio non se l’aspettasse, di essere finita nel mirino degli investigatori.
Agli atti, diciannove episodi contestati per altrettante cambiali da poche migliaia di euro ciascuna. Più o meno da due anni a questa parte, una volta al mese. Lei, la signora Cicalese, capitava chiedesse anche solo venti euro, in cambio del suo silenzio: evidentemente, una «parcella» maggiore rispetto al diritto di cancelleria previsto sulle pratiche portate a termine. E che le ha consentito di assicurarsi un «tesoretto» (affatto cospicuo, in verità) che super adi poco il migliaio di euro.
In sostanza lei temporeggiava: concedendo ai due imprenditori in questione, e temporaneamente in delicate difficoltà finanziarie, il margine di manovra e tempo necessari a racimolare il denaro necessario e pagare i loro rispettivi debiti con le banche che rivendicavano i titoli inevasi, e uscirne quindi puliti. E soprattutto, con la possibilità di ottenere ancora eventuali finanziamenti, mutui, o il via libera per l’accesso a una linea di credito, per esempio. Condizioni che non sarebbero state affatto scontate, (anzi, praticamente impossibili) nel caso in cui i protesti fossero stati levati dalla segretaria comunale incaricata di seguire il caso attivando irrevocabilmente la levata di protesto bancario e tutte le procedure di rito.
A segnalare il comportamento illecito della segretaria è stata una associazione antiracket. Le indagini della procura si sono attivate subito. La parola, ora, passa al giudice.
L’arresto Dora Cicalese è stata fermata in Comune a Concesio dove stava lavorando