«Otto per mille»: a Brescia arrivano cinque milioni
Fondi a mensa Menni e rifugio Caritas, oratori e parrocchie
Servono per l’esercizio del culto, la ristrutturazione di chiese e oratori, ma anche per sostenere opere di solidarietà che hanno dato un tetto a chi non ha un posto dove andare a dormire o un pasto caldo a chi non ha i soldi nemmeno per mangiare. Sono i fondi dell’Otto per mille che i contribuenti destinano alla Chiesa Cattolica. Nel 2017 sono arrivati da questo fondo cinque milioni di euro.
Chiedilo a loro. Lo slogan è accattivante e sul sito chiediloaloro.it, le storie raccontate dalla pubblicità lasciano lo spot e diventano dei piccoli docu-fiction. Buone notizie, il segno di quanto i contribuenti che decidono di destinare l’otto per mille dell’Irpef alla Chiesa Cattolica non contribuiscano solo alle pratiche di culto, ma anche alle opere di solidarietà. In questi giorni la Diocesi ha reso noto i dati delle erogazioni che l’8Xmille ha portato a Brescia. «È importante raccontare al meglio cosa riesce a realizzare la Chiesa con ciò che i cittadini decidono di assegnarle attraverso la firma sulla dichiarazione dei redditi» spiega don Maurizio Funazzi parroco di San Giovanni e San Faustino in centro città, ma anche responsabile diocesano del servizio per la promozione e il sostegno economico alla Chiesa.
A Brescia vengono erogati dalla Cei quasi 5 milioni di euro (dati del 2017). Un piccolo grande tesoro che la Chiesa bresciana utilizza per i bisogni primari delle persone e per le opere strutturali. Due sono i filoni in cui si dividono le erogazioni: 3,5 milioni sono stati assegnati dalla Cei alla diocesi per le esigenze del territorio, mentre poco meno di 1 milione e 200 mila euro viene assegnato direttamente da Roma per interventi su chiese e oratori.
I fondi gestiti dalla Diocesi sono stati ripartiti così: 1 milione e 834mia euro sono fini- ti a finanziare l’esercizio del culto, la formazione del clero e la catechesi; il restante milione e 739mila euro, invece, sono state utilizzate per le opere di carità. In particolare lo scorso anno sono state due le realtà che più di altre hanno beneficiato di questi fondi: il rifugio Caritas «E lo avvolse in fasce» e la mensa Madre Eugenia Menni. Il rifugio Caritas, realtà che si è guadagnata uno spazio fra i filmati del sito «Chiediloaloro». Dalle sette di sera alle 8 del mattino offre un pasto caldo, un posto letto, la possibilità di lavarsi e di aver vestiti puliti, una colazione e, soprattutto, una parola amica, che per un senza tetto è nutriente come il pane quotidiano. Attivo dal 2012, ora il rifugio è approdato all’ex seminario diocesano e nel corso del 2017 ha accolto 140 persone che in termini di pernottamenti fanno 5116 presenze. Per far funzionare un centro come questo servono 100 mila euro l’anno, soldi interamente coperti dal contributo dell’8Xmille.
La Mensa Menni, invece, è nata in occasione del Giubileo del 2000 e offre un pasto caldo ogni giorno a 200 persone. Oltre ai 90 volontari che vi lavorano, servono 240 mila euro per il suo funzionamento e il 50% di questi costi di gestione è coperto dall’8Xmille.
Da Roma, però, l’anno scorso sono arrivate anche delle erogazioni dirette: 1 milione e 172mila euro di assegnazioni fatte dalla Cei a progetti riguardati il restauro e la ristrutturazione di chiese, aule di catechismo, persino organi con contributi che possono coprire fino al 70% della spesa. «Ogni anno tra ottobre e dicembre — spiega monsignor Federico Pellegrini, direttore dell’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici — gli organismi diocesani analizzano le domande arrivate dalle parrocchie e seguono la pratica di ammissione al contributo».
Lo scorso anno la Cei ha finanziato 10 progetti. Fra i principali 420 mila euro per i restauri della canonica della parrocchia di S.Alessandro in città e 430 mila euro per rinnovare l’oratorio di Orzinuovi.
Funazzi È giusto e importante che la gente sappia cosa facciamo con i soldi che i contribuenti ci affidano firmando la denuncia dei redditi