Corriere della Sera (Brescia)

Brescia a zero titoli La maledizion­e delle finali perse

Dal possibile record agli scudetti persi in volata: resta solo una Supercoppa

- di Luca Bertelli

Le finali le perde solo chi le gioca. Vero. Ma perdere a un passo dal traguardo fa ancora più male. Dopo una stagione esaltante, vissuta da protagonis­ti su quattro fronti come mai era successo, lo sport bresciano si lecca le ferite per i sei trofei — in quattro discipline diverse — persi con la coppa o lo scudetto già sul tavolo. «Zero titoli», tirando le somme, per dirla alla Josè Mourinho. Solo lacrime e applausi, invece, per chi antepone la poesia alla prosa. Il calore del tifo cittadino non è mai mancato a Germani e Brescia calcio femminile, che hanno giocato in trasferta il loro «giorno dei giorni»: a Firenze la pallacanes­tro, che si è smarrita sul più bello nella finale di Coppa Italia contro Torino, abile a mettere la freccia grazie ai pasticci offensivi di Moss e soci negli ultimi istanti (il canestro decisivo di Vujacic è arrivato a due secondi dalla sirena); a Novara prima, e a Noceto poi, le Leonesse di mister Piovani, hanno lasciato alla Juventus lo scudetto allo spareggio (perso al dodicesimo rigore) e alla Fiorentina la Coppa Italia, pagando l’eccessiva stanchezza per una stagione giocata sopra ogni limite. Resta loro, tuttavia, l’unico trofeo stagionale per Brescia e provincia: la Supercoppa di inizio anno, sempre contro le viola, splende in bacheca. Sperando non sia l’ultima.

Per rugby e pallanuoto, è stata un’annata contraddis­tinta dall’eterno duello contro le rivali di sempre. Il Patarò Calvisano ha duellato con Rovigo (vincendo) e quindi con il Petrarca Padova, cui ha dovuto invece consegnare lo scudetto — la finale si è giocata al Plebiscito poiché il primo posto nella stagione regolare è stato di marca veneta — vinto un anno fa. Una sconfitta onesta, senza rimpianti, che non macchia il progetto societario incentrato sui giovani, cui toccherà provare a riprenders­i il tricolore nella prossima stagione.

Alla An, in vasca, si è presentato l’orco di sempre in finale. Per due volte. Il personaggi­o mitologico si chiama Pro Recco e continua a vincere, anche se fa notizia solo quando perde. Non è mancato il coraggio, sia in Coppa Italia sia nella finale del campionato, alla squadra di Bovo. Il margine tra le due squadre, non ampio ma sufficient­e per mantenere le distanze, è rimasto. Qui, almeno, ci sarà però l’ultimo tentativo per ribaltare le gerarchie. Tra cinque giorni, in Champions League. L’ultimo sogno. L’ultima volata di una stagione condotta in testa e finita, per tutti, con poche gambe.

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