Corriere della Sera (Brescia)

Sana, denaro per «truccare» la morte: in cella

Un poliziotto e un dipendente dell’Agenzia di scienze forensi hanno preso il denaro

- Rodella

Avrebbero preso soldi per manometter­e il referto dell’autopsia di Sana Cheema, uccisa dal padre in Pakistan. Ma non ci sono riusciti. In manette sono finiti un vice ispettore di polizia e un dipendente dell’Agenzia di Scienze forensi del Punjab.

«Dateci i soldi e ci pensiamo noi». Avrebbero chiesto e ottenuto una tangente per «modificare», ma senza riuscirci, l’esito dell’autopsia che certifica l’omicidio di Sana Cheema, la ragazza italo-pachistana di casa a Brescia strangolat­a dal padre la sera del 18 aprile nella loro casa in Punjab, con la complicità del fratello, dello zio (scarcerato) e del futuro marito scelto per lei dalla famiglia. Che aveva rifiutato.

La notizia arriva da Islamabad: un team della Forza anticorruz­ione del Pakistan (Ace) nelle ultime ore ha arrestato due persone per aver preteso e ricevuto denaro in cambio della manomissio­ne del referto. Si tratta di un vice ispettore di polizia e di un dipendente dell’Agenzia di scienze forensi del Punjab (Pfsa).

Aveva solo 25 anni, Sana. E voleva solo sposare un uomo che amava. Scelto da lei. E non dalla famiglia. Che nonostante l’apparenza («papà mi ha detto di non preoccupar­mi» scrisse a un amico prima di morire) non ha mai accettato la sua decisione.

Stando alle informazio­ni che arrivano dal Pakistan, dopo l’omicidio Muhammad Naveed, un uomo originario proprio del distretto di Gujrat — lo stesso in cui vivono i Cheema — avrebbe avvicinato il vice ispettore di polizia Maqsood Ahmad proponendo­gli denaro per alterare il rapporto dell’autopsia di Sana e attribuire la sua morte «a cause naturali». A sua volta quindi il poliziotto avrebbe contattato un impiegato della Pfsa, Mohsin, per portare a termine il piano: al costo di 600 mila rupie (quasi 4500 euro). Quando però il referto è stato reso noto parlava di « un’ipotesi di morte per strangolam­ento»: a quel punto Naveed ha chiesto indietro i suoi soldi. Ma i due si sono rifiutati. E paradossal­mente è stato proprio lui a denunciarl­i alla polizia. La Forza anticorruz­ione sta valutando anche la sua posizione: prendere misure dal momento in cui ha cercato di aiutare la famiglia a nascondere l’omicidio di Sana, o lasciarlo libero come «ricompensa» per aver denunciato i funzionari corrotti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy