Bonus bebè (in base agli anni di residenza) e reddito alle giovani coppie
La filosofia, è scritto nel programma, sarà racchiusa nella frase «Prima i bresciani». Ma per non ripetere gli errori del passato — all’epoca della giunta guidata da Adriano Paroli il bonus bebè, che escludeva gli stranieri residenti, fu bocciato per ben sette volte dai giudici dopo i ricorsi in tribunale — Paola Vilardi prevede quindi di assegnare un punteggio che cresce in base agli anni di residenza: così, nelle graduatorie, si cercherà di arginare i cittadini stranieri che «troppo spesso hanno scavalcato i bresciani». Un criterio da applicare per il welfare comunale, le case popolari, i contributi all’affitto. Molte le idee nuove, come il «reddito comunale di maternità» previsto per dare alle giovani coppie «centocinquanta euro al mese per ogni figlio dal quinto mese di gravidanza fino ai tre anni del bambino». Paola Vilardi vorrebbe poi istituire una delega specifica per la Famiglia e creare un «Centro unico di assistenza familiare». Piace al centrodestra l’iniziativa «Madri di giorno»: donne qualificate che si occupano di più bambini, contemporaneamente. Ma il centrodestra immagina anche di aprire nuovi asili nido e favorire la nascita di associazioni di «microasili d’ambiente». C’è poi il capitolo spesso dimenticato dei «padri separati», che Forza Italia e Lega vorrebbero aiutare tramite «un fondo di solidarietà». E se la popolazione invecchia, la scelta è di puntare sempre più sulla «domiciliarietà». Servono misure «sollievo» anche per le demenze senili e l’Alzheimer. Tra gli ultimi punti, la riduzione delle tariffe dei servizi (trasporti, rifiuti) in funzione del carico famigliare. (m.tr.)