L’ultradestra: prima si aiutino i bresciani. Il Pci: moratoria per gli sfratti
Immigrazione e welfare sono temi che si intrecciano nelle proposte dei tre partiti di destra: Casa Pound, con il candidato sindaco Davide De Cesare, chiede di «uscire dal progetto Sprar», immaginando un «piano di chiusura dei centri di accoglienza» e non consentendo «nuove aperture». I lavori socialmente utili vanno assegnati alle «famiglie bresciane bisognose», che vanno aiutate anche tramite «agevolazioni fiscali o tariffarie». Al pari di Casa Pound, anche Forza Nuova-Azione Sociale propone di «regolamentare l’accesso all’edilizia pubblica rivedendone i parametri e — scrive Laura Castagna — privilegiando i nuclei famigliari italiani». Secondo la candidata sindaco bisogna riportare al centro la famiglia quale «pilastro su cui si fonda la comunità», ma anche come «ammortizzatore sociale» che va sostenuto con politiche amministrative. L’avvocato Leonardo Peli (Pro Brixia-Il Bigio) chiede «attenzione e aiuto ai concittadini bresciani più deboli» e in parallelo, vorrebbe «identificare» gli extra-comunitari, procedendo a rimpatriare i clandestini. Sul fronte dell’estrema sinistra c’è Potere al Popolo», che nel programma propone — ideologicamente — di «reintegrare nella proprietà comunale i servizi sociali privatizzati o esternalizzati». A preoccupare il candidato Alberto Marino è soprattutto la povertà: per lui, servono «asili nido gratis» per le famiglie povere, «mense gratuite» e l’istituzione di un fondo per il microcredito. Il Partito Comunista (candidato sindaco Lamberto Lombardi) propone invece di creare Rsa comunali «con canoni accessibili», frenare le esternalizzazioni e istituire un centro per l’impiego comunale. Oltre a una «moratoria» degli sfratti per chi è in difficoltà. ( m.tr.)