Riciclaggio e arresti. La vendita del Varese Calcio è un giallo
Due persone fermate dalla Finanza all’esterno della sede del club. La società: «Solo coincidenze»
VARESE Che ci facevano a Varese Elena Manganelli, 42enne padovana residente a Dubai, e Marco Suardi, 52enne bergamasco con la casa in Svizzera, arrestati dalla Guardia di Finanza una settimana fa nei pressi della sede del Varese Calcio con l’accusa di riciclaggio? Il fatto, svelato ieri dal Corriere Veneto, ha messo in fibrillazione il mondo che gravita attorno alle vicende della squadra biancorossa, a un passo dal fallimento e messa in vendita dal presidente Paolo Basile che, assieme al «commissario acquirente» Fabrizio Berni, era a pochi passi da dove sono scattate le manette. A Suardi e Manganelli la procura di Padova contesta di far parte di un’associazione a delinquere legata all’imprenditore Alberto Vazzol e r , e x g u r u d e l l a n ew economy, anche lui in carcere.
I militari stavano pedinando da tempo i due e li avevano agganciati nella mattinata del 25 maggio fuori Milano. Li hanno seguiti fino a Varese e nel parcheggio dello stadio dove ha sede la società calcistica sono scattate le manette. Il punto è che in un bar di fronte al «Franco Ossola» era in corso un incontro proprio fra Berni e Basile sul futuro del Varese. Una coincidenza? «Sì, senza dubbio, non conosco le persone arrestate, è un fatto casuale», dice al telefono Fabrizio Berni, rampollo della famosa dinastia dei sottaceti e amministratore delegato della Spheres Group, sede a Lugano, operante nel ramo immobiliare e in acquisizioni societarie. Sarà il pm a chiedere agli arrestati durante l’interrogatorio fissato per lunedì, cosa ci facessero in Italia e proprio Varese in zona stadio. Sempre lunedì sarà una giornata importante per il futuro della società calcistica che vedrà il passaggio del 100 per cento delle quote ad una ancora ignota cordata di imprenditori italiani e svizzeri che rileverà il club, altrimenti destinato al quarto fallimento della sua storia.