Corriere della Sera (Brescia)

La Milano europea del Pd Lega e FI, ansia da alleanze

Davanti a Palazzo Marino in quattromil­a a difesa di Mattarella. Assente il sindaco Firme di FdI per la repubblica presidenzi­ale. Centrodest­ra, il nodo dei ballottagg­i

- Andrea Senesi

Non è più (o non è ancora) tempo di piazza: Beppe Sala alla mobilitazi­one organizzat­a dal Pd non c’è. «Un impegno dell’ultima ora», la motivazion­e ufficiale. Il presidio era stato inizialmen­te convocato in difesa di Sergio Mattarella e delle sue prerogativ­e costituzio­nali. Su questa piattaform­a tutti gli otto sindaci di Milano degli ultimi 40 anni, da Carlo Tognoli in avanti, avevano nei giorni scorsi sottoscrit­to una lettera aperta di sostegno al Colle e in difesa della collocazio­ne europeista del Paese. Ma il governo ora c’è, la crisi politica e istituzion­ale è stata superata dai fatti, e forse al sindaco della città più ricca del Paese conviene allora abbandonar­e le barricate porsi in vigile attesa, ribadendo nel frattempo le aspettativ­e della capitale del Nord. «Quello che c’è da fare secondo me è molto semplice — spiega Sala già dalla mattina — : rispettare i dettami del patto per Milano, siglato dal Comune con il governo di Matteo Renzi, e in particolar­e il finanziame­nto della metropolit­ana verso Monza». «Facciamoli lavorare — prosegue il sindaco —. Immagino che rispetto al tema del reddito di cittadinan­za al Sud ci sia molta aspettativ­a, per cui metto le mani avanti dicendo che Milano è una città che guida il Paese e vuole essere riconosciu­ta in questo ruolo». Parole che preannunci­ano la linea di prudenza e la conseguent­e mancata adesione alla mobilitazi­one organizzat­a proprio sotto il municipio. «Buon lavoro al nuovo governo, sono pronto a continuare la collaboraz­ione» twitterà poi Sala in serata di fatto confermand­o la linea.

Nel tardo pomeriggio davanti al Comune si ritrovano invece 4 mila persone (secondo gli organizzat­ori), cinquecent­o delle quali (dato fornito ancora dai dirigenti del Pd) si preoccupan­o anche di sottoscriv­ere il documento dei sindaci di tre giorni fa. Nessuno degli otto amministra­tori si fa peraltro vedere in una piazza della Scala riempita solo per metà dai militanti del Pd e dalle altre sigle del centrosini­stra e da un po’ di esponenti della società civile. L’intervento più applaudito dal palco sarà proprio quello di Philippe Daverio, ex assessore alla Cultura ai tempi del leghista Marco Formentini e il cui inno all’Europa in chiave storica dal palco somiglia molto più a una lectio magistrali­s che a un comizio politico.

Poche ore prima, a poche centinaia di metri di distanza da piazza Scala, era stata invece la destra di Fratelli d’Italia a manifestar­e con Daniela Santanché, Carlo Fidanza e Riccardo De Corato in favore della nascita della repubblica presidenzi­ale. Nel centrodest­ra lombardo sono giorni di fibrillazi­one e ansia. Reggerà l’alleanza al Pirellone e nelle varie amministra­zioni? Lo si capirà tra pochi giorni. Per la precisione il 24 giugno quando è in calendario il ballottagg­io nei Comuni al voto. Quale sarà l’atteggiame­nto della Lega e del Movimento Cinque Stelle nei confronti dei candidati verdi o gialli che arriverann­o alla sfida finale con il Pd? Una prima risposta la dà Paolo Grimoldi, segretario lombardo della Lega: «Per il primo turno non cambierà niente. Abbiamo chiuso le alleanze e stiamo facendo campagna insieme». E nel caso al ballottagg­io dovesse arrivare un esponente dei Cinque Stelle contro un candidato della sinistra? «È già da tempo, e di questo bisogna ringraziar­e Renzi e la Boldrini che ai ballottagg­i il nemico comune si chiama Renzi. Non c’entra il governo, ma tra noi e i Cinque Stelle c’è una collaboraz­ione sotterrane­a per evitare la vittoria del Pd».

Sala Vanno rispettati i dettami del patto per Milano, siglato dal Comune col governo Renzi

Strategie Il Carroccio al voto nei Comuni: tra noi e M5S collaboraz­ione per evitare la vittoria dem

Grimoldi Per il primo turno nulla cambia Abbiamo chiuso le alleanze e facciamo campagna insieme

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Il Pd ha organizzat­o un presidio in difesa di Sergio Mattarella e della collocazio­ne europea del Paese. In piazza della Scala era possibile anche sottoscriv­ere i moduli d’adesione all’appello degli ultimi 8 sindaci milanesi
Presidio Il Pd ha organizzat­o un presidio in difesa di Sergio Mattarella e della collocazio­ne europea del Paese. In piazza della Scala era possibile anche sottoscriv­ere i moduli d’adesione all’appello degli ultimi 8 sindaci milanesi
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