Corni e campanacci, i suoni dei pascoli
Il Museo civico di Berzo Inferiore con il Parco dell’Adamello e l’associazione culturale «El Balarol», dal nome dialettale della parte di stalla dove erano soliti riunirsi comunitariamente a parlare pregare a raccontare e ad ascoltare le bote camune (le leggende tradizionali) organizzano in questo week end la quarta edizione del Festival dei suoni pastorali (nell’ambito del Festival della sostenibilità alpina). Il titolo scelto quest’anno è «Cutin Cutela paesaggi sonori camuni».
Sono previsti l’esposizione di campanacci, prove di forgiatura con mahister sia camuni che sardi nella fucina didattica di Bienno. Ieri s’è svolto il convegno «I campanacci di Bienno nella storia. Squilli, scampanate e schiamazzi. Storie e tradizioni camune».
Il museo di Berzo Inferiore si distacca dagli usuali luoghi della memoria contadina e rurale. Infatti, accanto alle raccolte di attrezzi e oggetti domestici della tradizione trovano spazio cimeli delle due guerre mondiali e oggettistica di modernariato.
La peculiarità è data dalla sezione dedicata ai corni naturali e, più in generale, agli strumenti musicali pastorali ai quali si accompagnano i campanacci e i sonagli per i bovini.
Il «Festival dei suoni pastorali» in svolgimento rinverdisce quindi una tradizione antichissima, quella dei corni, che accomuna ab immemore, e ancora oggi, tutta la storia dei pastori delle Alpi. Con corni di animali per così dire «originali» ne sono esposti altri in legno con aggiunta di taccole raganelle e simili, strumenti di tradizione utilizzati – ma non solo - nei riti della Settimana Santa.
Attivo dal 2015 il museo di Berzo Inferiore, che coinvolge meritoriamente in attività didattiche anche extrascolastiche numerosi bambini e ragazzi, è diretto da Pietro Castelnovi (ingegnere e architetto) e dalla maestra Laura Pastorelli.
Il corno alpino, l’iconico Alphorn svizzero, è parte integrante del vissuto di Berzo in quanto nella locale chiesa rurale di San Lorenzo, che la leggenda vuole fondata da Carlo Magno, nell’importante affresco raffigurante le Storie di san Glisente da pochi anni attribuito al Maestro di Berzo, è per l’appunto raffigurato l’unico esempio storico italiano conosciuto di corno alpino, come tale denominato corno di san Glisente. Una copia, ottenuta studiando l’immagine dipinta nell’affresco, è stata ottenuta dal famoso alphornista Andrea Passoni, che si è avvalso fra l’altro degli studi dell’etno musicologo Giovanni Mocchi, grande esperto del genere.