L’ANOMALIA ESEMPLARE
Brescia anomala, Brescia modello di un nuovo schema politico. Le due letture del voto di domenica si intrecciano dopo che lo tsunamiDel Bono ha chiuso in un solo round il match con Paola Vilardi. Mentre il centrodestra intona la sua marcia trionfale lungo tutto lo stivale, all’ombra del Cidneo è il centrosinistra a brindare a un successo inatteso nei tempi e nelle proporzioni: Del Bono ha ottenuto 10 mila voti in più di quanti ne ebbe al primo turno del 2013, Paola Vilardi ne ha persi 2 mila rispetto al Paroli di cinque anni fa; 2 mila voti ha perso anche il pentastellato Ghidini rispetto alla Laura Gamba del 2013. Quanto alle liste, il Movimento 5 Stelle perde quasi un migliaio di voti ottenendo percentuali da onesta lista civica. Laura Castelletti mantiene con i denti i suoi consensi, cedendo solo 200 voti su 4.500. Il dramma è in casa Forza Italia, che dimezza i consensi rispetto al Pdl (da 11 mila a 5.800) mentre la Lega triplica i voti (da 6.700 al 18.700) e lancia un’Opa sull’alleanza. Il fenomeno è il Pd che in cinque anni passa da 21 mila a 26 mila voti. Di chi il merito? Almeno due terzi vanno a Del Bono, alla sua leadership caparbia e scontrosa, alla sua capacità di dialogo e ascolto, ai risultati che ha ottenuto. Il resto a un team che s’è dato un profilo di squadra evitando divisioni e dissensi. Così facendo il centrosinistra ha prosciugato lo stagno della protesta grillina e arginato l’ondata leghista. È riuscito nell’impresa facendo leva su una tradizione di buon governo che ha risollevato la testa, l’orgoglio e l’identità politica: perché — checché se ne dica — è da sessant’anni che Brescia è governata da coalizioni di centrosinistra con l’unica parentesi di Paroli sindaco. L’ultima lezione che viene dal voto bresciano è che qui non si sono misurati opposti e convergenti populismi, ma (con due sostanziose eccezioni: le sinistre ridotte a 3.500 voti, e i liberal soffocati nel recinto azzurro) storiche e solide culture politiche: cattolico democratica, riformista, leghista. In questo senso Brescia è un’anomalia. O, forse, la promessa di un nuovo inizio.