Corriere della Sera (Brescia)

Voto a sinistra per metà 5 Stelle

Gli astenuti? Votavano a destra. Anche tanti seguaci di Onofri hanno scelto il sindaco uscente

- Di Thomas Bendinelli

Se tre mesi fa il centrosini­stra allargato alle sue varie anime era arrivato al 36-37%, come hanno fatto Del Bono e compagni di coalizione ad arrivare fin su al 54%? Merito degli elettori Cinque Stelle, che da marzo a oggi si sono spostati in massa verso Del Bono. Così, almeno dicono i flussi elettorali elaborati dal nostro appassiona­to statistico il quale, applicando il metodo Goodman per la stima dei flussi elettorali, ha messo a confronto i risultati delle 203 sezioni elettorali cittadine tra il voto politico di marzo e quello amministra­tivo di domenica.

Ebbene, fatto 100 il numero di elettori che in marzo aveva votato Cinque Stelle, ben uno su due questa volta se ne è rimasto a casa mentre poco meno di uno su tre (il 28%) ha deciso che la preferenza questa volta era meglio a darla a Del Bono che non a Ghidini. Meno di uno su venti si è invece spostato su Paola Vilardi. Gli elettori del Pd hanno invece riconferma­to in massa (all’87%) i consensi a Del Bono, andando su altri candidati in modo residuale. Tra le altre forze politiche con consensi significat­ivi (e quelle dove l’analisi dei flussi è realistica­mente più vicina alla realtà) è interessan­te invece la crescita del non voto. Tra chi aveva votato Lega in marzo, un terzo non ha votato, la metà ha barrato la scheda su Paola Vilardi e più di uno su dieci ha addirittur­a preferito Del Bono.

Tra gli elettori di Forza Italia in marzo, 30% invece di astenuti e 70% su Paola Vilardi. nel complesso, quindi, una grande mobilità dell’elettorato. questa volta non del Pd, ma delle altre forze politiche. Del Bono e la sua coalizione si sono quindi mostrati particolar­mente attrattivi e non hanno perso voti per strada. Inutile aggiungere, stante anche l’aumento dell’area del non voto, che praticamen­te tutti gli astensioni­sti di marzo hanno preferito fare qualcosa di diverso dal recarsi ai seggi anche domenica. Chi si è mosso di più è stato comunque l’elettore Cinque Stelle: l’istituto Cattaneo, nell’elaborare i flussi, ha infatti notato differenze non secondarie tra il comportame­nto degli elettori a Brescia e Vicenza.

Se a Brescia il voto Cinque Stelle è andato al candidato di centrosini­stra, a Vicenza si è comportato infatti in modo completame­nte diverso. In questo caso il candidato Cinque Stelle non c’era. Ebbene, gli elettori pentastell­ati si sono astenuti in gran maggioranz­a ma quando hanno votato (in meno di un caso su due rispetto a marzo) hanno di gran lunga preferito il candidato di centrodest­ra rispetto a quello di centrosini­stra. Insomma, il dato bresciano qualcosa suggerisce sul comportame­nto dell’elettorato pentastell­ato (anche alla luce del governo nazionale giallo verde) ma sempre con la dovuta cautela. L’istituto Cattaneo osserva inoltre che, non solo a Brescia ma anche a Vicenza, una quota di elettorato leghista si sposta verso il centrosini­stra.

Di chi si tratta? «L’ipotesi più plausibile osserva l’istituto Cattaneo - è che si tratti di elettori legati al mondo associativ­o e organizzat­ivo tradiziona­lmente di sinistra (i sindacati, in particolar­e) e che, alle politiche, possono aver scelto lega perché impauriti dall’immigrazio­ne o perché attratti dalle promesse di modifica della Legge Fornero». Tornando al nostro appassiona­to di statistico merita attenzione anche il confronto di flusso tra amministra­tive. In particolar­e incuriosis­cono i voti dati a Laura Castellett­i nel 2013: il 42% di quei voti è andato a Del Bono, ma il 33% ha preferito invece Paola Vilardi. I voti di Francesco Onofri? In due casi su tre verso Del Bono e in meno di uno su cinque a Paola Vilardi.

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