Voto a sinistra per metà 5 Stelle
Gli astenuti? Votavano a destra. Anche tanti seguaci di Onofri hanno scelto il sindaco uscente
Se tre mesi fa il centrosinistra allargato alle sue varie anime era arrivato al 36-37%, come hanno fatto Del Bono e compagni di coalizione ad arrivare fin su al 54%? Merito degli elettori Cinque Stelle, che da marzo a oggi si sono spostati in massa verso Del Bono. Così, almeno dicono i flussi elettorali elaborati dal nostro appassionato statistico il quale, applicando il metodo Goodman per la stima dei flussi elettorali, ha messo a confronto i risultati delle 203 sezioni elettorali cittadine tra il voto politico di marzo e quello amministrativo di domenica.
Ebbene, fatto 100 il numero di elettori che in marzo aveva votato Cinque Stelle, ben uno su due questa volta se ne è rimasto a casa mentre poco meno di uno su tre (il 28%) ha deciso che la preferenza questa volta era meglio a darla a Del Bono che non a Ghidini. Meno di uno su venti si è invece spostato su Paola Vilardi. Gli elettori del Pd hanno invece riconfermato in massa (all’87%) i consensi a Del Bono, andando su altri candidati in modo residuale. Tra le altre forze politiche con consensi significativi (e quelle dove l’analisi dei flussi è realisticamente più vicina alla realtà) è interessante invece la crescita del non voto. Tra chi aveva votato Lega in marzo, un terzo non ha votato, la metà ha barrato la scheda su Paola Vilardi e più di uno su dieci ha addirittura preferito Del Bono.
Tra gli elettori di Forza Italia in marzo, 30% invece di astenuti e 70% su Paola Vilardi. nel complesso, quindi, una grande mobilità dell’elettorato. questa volta non del Pd, ma delle altre forze politiche. Del Bono e la sua coalizione si sono quindi mostrati particolarmente attrattivi e non hanno perso voti per strada. Inutile aggiungere, stante anche l’aumento dell’area del non voto, che praticamente tutti gli astensionisti di marzo hanno preferito fare qualcosa di diverso dal recarsi ai seggi anche domenica. Chi si è mosso di più è stato comunque l’elettore Cinque Stelle: l’istituto Cattaneo, nell’elaborare i flussi, ha infatti notato differenze non secondarie tra il comportamento degli elettori a Brescia e Vicenza.
Se a Brescia il voto Cinque Stelle è andato al candidato di centrosinistra, a Vicenza si è comportato infatti in modo completamente diverso. In questo caso il candidato Cinque Stelle non c’era. Ebbene, gli elettori pentastellati si sono astenuti in gran maggioranza ma quando hanno votato (in meno di un caso su due rispetto a marzo) hanno di gran lunga preferito il candidato di centrodestra rispetto a quello di centrosinistra. Insomma, il dato bresciano qualcosa suggerisce sul comportamento dell’elettorato pentastellato (anche alla luce del governo nazionale giallo verde) ma sempre con la dovuta cautela. L’istituto Cattaneo osserva inoltre che, non solo a Brescia ma anche a Vicenza, una quota di elettorato leghista si sposta verso il centrosinistra.
Di chi si tratta? «L’ipotesi più plausibile osserva l’istituto Cattaneo - è che si tratti di elettori legati al mondo associativo e organizzativo tradizionalmente di sinistra (i sindacati, in particolare) e che, alle politiche, possono aver scelto lega perché impauriti dall’immigrazione o perché attratti dalle promesse di modifica della Legge Fornero». Tornando al nostro appassionato di statistico merita attenzione anche il confronto di flusso tra amministrative. In particolare incuriosiscono i voti dati a Laura Castelletti nel 2013: il 42% di quei voti è andato a Del Bono, ma il 33% ha preferito invece Paola Vilardi. I voti di Francesco Onofri? In due casi su tre verso Del Bono e in meno di uno su cinque a Paola Vilardi.