«A Del Bono la presidenza Anci»
Dopo l’exploit del voto i vertici dem chiedono un riconoscimento per il sindaco
Un pensiero accomuna i vertici locali del Pd: la vittoria netta uscita dalle urne, con il partito che incassa quasi il 16 per cento in più di quanto preso il 4 marzo a livello nazionale, è prevalentemente merito di Emilio Del Bono. Della sua capacità di aver mantenuto fede alle promesse del programma, delle sue capacità di regista nei confronti della giunta e di ascolto nei confronti della città. «Se il Pd in città prende questi voti li prende perché ha come leader Del Bono» esordisce il segretario cittadino dei dem, Giorgio De Martin. Nemmeno lui però credeva nella vittoria al primo turno, a differenza di Fabio Capra, il capogruppo Pd in Loggia: «Ne ero certo perché so come ha lavorato, l’impegno che ha messo per migliorare la nostra città».
Del Bono è destinato a didei ventare un po’ un caso nazionale. «Proponiamolo come nuovo segretario del partito» scherzava (mica tanto) qualche suo fedelissimo ieri notte fuori dalla Loggia in festa. Certo è che a livello locale il partito si attende un riconoscimento importante per lui, anche a livello nazionale. Un ruolo più istituzionale che politico. Ad esempio? La presidenza dell’Anci, l’associazione nazionale comuni. «Logicamente va chiesto a lui se sia disposto ad accettare una carica simile — commenta De Martin —. Certo è che se avesse un ruolo istituzionale nazionale che gli permettesse comunque di continuare a fare bene la sua esperienza di sindaco, sarebbe un vantaggio per la nostra città nonché una risorsa straordinaria per il Paese». Del Bono, sempre secondo De Martin, «è uno pochissimi sindaci in Italia che ha rispettato quasi alla lettera il programma; una cosa rara, perché la politica ci ha abituato a sparate che poi non vengono concretizzate».
La pensa allo stesso modo anche Michele Orlando, segretario provinciale del Pd: «È stato premiato il buon governo della città, che in questi cinque anni è cambiata in meglio sotto molti aspetti: dall’ambiente all’attrattività, dalla cultura alle infrastrutture. E non dimentichiamo l’ordine e la pulizia. Faccio un esempio: in tangenziale ovest c’è un operatore ecologico che ogni tre giorni raccoglie cartacce. Dove trovate un’altra città con questo livello di decoro?». Per Orlando da Brescia parte un messaggio netto al Pd nazionale: «nei mesi scorsi ha trascurato la nostra città e ora merita il giusto riconoscimento anche a livello politico». Ovvero? Una rappresentanza nella direzione nazionale. «Siamo riusciti a tenere assieme una coalizione di centrosinistra che è diventata punto di riferimento dei moderati — aggiunge —. Perché c’è ancora bisogno di sobrietà in questo Paese ed i cittadini si sono stufati del perenne clima da campagna elettorale».
Come si relazioneranno Regione e Governo con Brescia? Con sgambetti politici o con quella correttezza istituzionale fondamentale per avere fondi per bonifiche, trasporti pubblici, riqualificazione energetica degli edifici? «Mi auguro che i rapporti siano all’insegna della correttezza» chiude Orlando. Dello stesso parere De Martin: «L’Italia ci ha abituato dal Dopoguerra ad oggi che anche in momenti di conflitti fortissimi (penso agli anni Cinquanta) il Governo si è sempre rapportato in modo istituzionalmente corretto con i Comuni. Credo e spero che continui ad essere così».
De Martin
Il Pd in città prende questi voti perché ha come leader Del Bono