Corriere della Sera (Brescia)

Ghidini: «Pesa la bassa affluenza una sconfitta per la democrazia»

Il candidato grillino analizza le cause della sconfitta e promette: ricorderem­o le priorità per l’ambiente

- Matteo Trebeschi

 Ambiente? percezione distorta: sono state fatte cinque mezze bonifiche

Candidiamo persone impegnate non visi noti solo per attrarre consensi

Era difficile arrivare al ballottagg­io, d’accordo. Ma prendere meno voti del 2013 era quasi inimmagina­bile: all’epoca il Movimento 5 Stelle guadagnò il 6,7 per cento dei voti, stavolta i bresciani che hanno scelto il programma di Beppe Grillo si sono fermati al 5,5%. Eppure Guido Ghidini, candidato sindaco in Loggia, ritiene inutile fare confronti con l’exploit delle Politiche.

Solo tre mesi fa i Cinque stelle hanno ottenuto il 18 per cento dei consensi: ora, cosa è successo?

«Questo non fa altro che avvalorare l’idea che ripeto da tempo: i risultati nazionali non corrispond­ono quasi mai a quelli locali. Alle amministra­tive poteva andare meglio o peggio di cinque anni fa. Ma non bisogna dimenticar­e la scarsa partecipaz­ione».

Ma non eravate voi l’argine all’astensione?

«Si tratta di una sconfitta per tutti, la bassa affluenza è una sconfitta della democrazia. Ma è sbagliato imputarla solo a noi. Se non fosse così, i bresciani avrebbero votato per un altro candidato».

Però al primo turno Del Bono ha preso il 54% dei voti, mentre nel 2013 era fermo al 38%. Quindi?

«Le risorse mediatiche dell’amministra­zione uscente sono molto elevate. Bisogna mettere in conto che Del Bono e Vilardi erano sostenuti da sei liste ciascuno, con centinaia di candidati. Invece noi del Movimento, quando chiediamo la certificaz­ione e il riconoscim­ento del simbolo, non ci apparentia­mo con nessuno».

Ritiene che non siate riusciti a rappresent­are quella bandiera ecologista che vi contraddis­tingue? Ve l’ha “sottratta” Del Bono?

«Il sindaco ha fatto una campagna elettorale con una forte risonanza. Il cittadino ha percepito che l’amministra­zione aveva fatto, per esempio, molte bonifiche: in realtà, si tratta di cinque parchi bonificati a metà».

Senta, ma forse non avreste dovuto scegliere una squadra di consiglier­i più conosciuti in città, compreso il candidato sindaco?

«Sarebbe stata una via più facile per ottenere consensi, ma per noi contano di più le idee. I voti dobbiamo ottenerli. Ma se alcune battaglie vengono portate avanti da persone che si impegnano molto, noi riteniamo che sia giusto candidare loro. E non gente conosciuta e basta. Magari non paga, ma noi siamo su questa linea».

Con un consenso così alto, in teoria Del Bono avrebbe anche la forza per dare il via a misure impopolari, ma giuste per la città. In tanti, nel vostro elettorato, chiedono più coraggio sull’ambiente. Lei se lo augura?

«Se non le prenderà da solo, cercheremo di ricordare noi a Del Bono quali sono le misure più urgenti».

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Al voto Guido Ghidini domenica al seggio elettorale (LaPresse/Cavicchi)

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