Caldo e afa 62 mila bresciani a «rischio»
L’allarme dell’Ats ai medici di famiglia: non sottovalutare i soggetti fragili che sono del tutto autosufficienti
Sorveglianti speciali. Sono i soggetti fragili — non solo gli anziani, ma tutti coloro che sono affetti da malattie croniche come il diabete, lo scompenso cardiaco, le malattie respiratorie e quelle rare — che potrebbero risentire maggiormente delle ondate di calore previste per quest’estate. Si tratta, secondo i calcoli dell’Ats di Brescia, di 62 mila persone, pari al 5,2% della popolazione bresciana.
È in questa fascia che si sono concentrati l’87% dei decessi nei primi quattro mesi dell’anno. D’inverno ci sono i virus influenzali, il freddo e le polveri sottili, d’estate le malattie croniche e la vecchiaia subiscono i solleciti del caldo, della disidratazione e dell’ozono, «un inquinante secondario — spiega Michele Magoni, responsabile del servizio epidemiologico — che gioca un ruolo nelle problematiche polmonari».Ma bisogna fare un distinguo: se 62 mila sono i soggetti più a rischio, 10 mila di questi si trovano in casa di riposo o in strutture simili. Quelli cui serve prestare particolare attenzione sono i fragili affetti da malattie croniche che godono ancora di totale autonomia. Si tratta di 52.047 soggetti che l’Agenzia guidata da Carmelo Scarcella avrà l’onere di segnalare ai medici di famiglia e ai pediatri «per l’attivazione di una maggiore allerta»: non sono persone così anziane da ritrovarsi in una casa di riposo né con difficoltà a deambulare tali per hanno una badante. La preoccupazione è per i fragili autosufficienti come i pensionati iperattivi che magari non si curano delle ondate di calore o le persone con problemi renali che bevono il minimo indispensabile. Il caldo perenne, con l’umidità, può aumentare il rischio di incidenti, malori e mortalità. Non a caso, l’Agenzia dal 2016 ha elaborato un’anagrafe della fragilità che classifica i soggetti in base ad età, sesso, trapianti, dialisi, neoplasie, malattie croniche e altri indicatori. Sul base del rischio individuale stimato, la popolazione è stata suddivisa in 14 fasce a rischio crescente di mortalità: nelle fasce 6-9 (rischio alto) si contano 43 mila persone, nelle fasce comprese tra 10 e 13 (rischio alto) 18.597, per un totale di 61.765 persone. E se l’Ats usa i propri dati clinici per sollecitare i medici di famiglia, allo stesso modo «i Comuni potranno comunicare ad Ats le persone con fragilità sociali e ambientali»: vivere in appartamenti molto esposti al sole o in condizioni di isolamento aumenta il rischio di malori. Per ulteriori informazioni, il numero verde 800.99.59.88. (m.tr.)