Cinghiali, il Tar sospende il piano di abbattimenti
Successo di Lav e Lac che hanno presentato il ricorso. Rolfi: così l’emergenza aumenta
Il Tar di Brescia ha accolto il ricorso presentato da Lav e Lac contro il piano regionale di abbattimenti dei cinghiali. I giudici discuteranno la questione nell’udienza del 6 dicembre. L’assessore Fabio Rolfi annuncia che la Regione si adeguerà e studierà un nuovo piano, ma allerta anche sulla possibilità che l’emergenza diventi ancora più importante. La vittoria di ieri è però a metà, perché l’11 giugno il Pirellone ha approvato un’altra delibera che permette agli agricoltori con licenza di abbattere nel perimetro dei loro terreni i cinghiali durante tutto l’anno.
«Un provvedimento sproporzionato e privo di una adeguata motivazione». Così il Tar di Brescia ha disposto la sospensione del Piano Cinghiali, adottato lo scorso marzo da Regione Lombardia per autorizzare l’abbattimento degli ungulati sul territorio provinciale fino al 2021. Ieri i giudici della Seconda Sezione del tribunale amministrativo di via Zima hanno emesso un’ordinanza che congela gli effetti del decreto regionale 3695. «Si tratta di una decisone importante — spiega un comunicato della Lega anti vivisezione che insieme alla Lega per l’abolizione della caccia onlus ha presentato ricorso al Tar subito dopo l’approvazione della misura — Sia perché, a seguito della nostra tempestiva iniziativa, si interviene a bloccare fino al prossimo dicembre una vera e propria strage di animali, sia perché il dispositivo rivela come il decreto regionale presenti numerosi aspetti di inconsistenza». Non solo: nella legge approvata dal Pirellone «si riconosce l’insufficienza di quanto fatto sul piano dei metodi ecologici dissuasivi — continua la nota — Un fatto gravissimo poiché questi rappresentano uno dei presupposti per l’autorizzazione dell’abbattimento che, in quanto extrema ratio, dovrebbe essere consentita solo laddove fosse dimostrata l’inefficacia dell’adozione di adeguate misure non cruente».
Per ora tutto resta bloccato, fino alla trattazione di merito del ricorso fissata dai magistrati all’udienza pubblica del 6 dicembre. «L’accoglimento della sospensiva da indicazioni, noi ci adegueremo e redigeremo un nuovo piano — fa notare Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura — Nel frattempo però l’emergenza cinghiali diventa sempre più grossa». Quella di ieri è stata una vittoria a metà per le due associazioni. Visto che lo scorso 11 giugno Regione Lombardia ha approvato un’altra delibera che permette agli agricoltori con licenza di abbattere nel perimetro dei loro terreni i cinghiali durante tutto l’anno. Per Lav si tratta di «un nuovo duro colpo inflitto agli animali e una beffa per i cittadini che continueranno a finanziare gli indennizzi per i danni causati dai cinghiali agli agricoltori ai quali sarà consentito sparare tutto l’anno, senza che la gestione della convivenza tra uomo e ungulati possa trarne alcun beneficio». Alle accuse risponde Rolfi: «Non è anarchia ma legittima difesa e un modo per contenere i risarcimenti».