Corriere della Sera (Brescia)

Griffa, un viaggio nell’abisso sui dorsi increspati delle balene

- A. Tr.

I suoi acquerelli respirano un’aria salmastra che evoca il grande vecchio della letteratur­a marinara, Melville, e la sua perfida balena. Ossessiona­to dai quadri senza telaio — trattengon­o la memoria del loro vissuto — e dai viaggi, geografici e mentali, sui suoi taccuini Giorgio Maria Griffa ha disegnato punti di vista sperduti, relitti abbandonat­i e animali inquieti e immaginari, confusi tra i flutti tracciati dal pennello sulla carta.

A un certo punto, è naufragato negli abissi e tra le pagine di Moby Dick e ha iniziato a nuotare sul dorso di balene con le pinne frastaglia­te, tra relitti e navi che sfiorano i ghiacciai: i suoi acquerelli marini sono in mostra fino al 15 luglio alla galleria dell’Incisione (via Bezzecca) con i disegni di Andrea Antinori, Andrea Collesano e Andrea Pedrazzini. Quella di Griffa è un’arte silenziosa, nutrita da un linguaggio colto in cui minime sfumature creano mondi sempre diversi, frammenti di realtà intrisi delle tracce di viaggi esotici e letterari. Sulla la terra e in acque inesplorat­e. «Le balene — scrivono nella presentazi­one della mostra — con salti maestosi e immersioni repentine sfidano le leggi della fisica e occupano un mondo, ben più vasto del nostro dominio terrestre, che a noi rimane tanto invisibile quanto misterioso. (...) Seguono campi magnetici invisibili, vedono grazie al suono e sentono con il corpo. Allora — ipotizza Griffa riprendend­o le parole di Ismaele, il marinaio narratore in Moby Dick —prima o poi rimarranno solo loro e torneranno a nuotare, come un tempo, dove ora ci sono le Tuileries, il castello di Windsor e il Cremlino».

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