Corriere della Sera (Brescia)

Cardiochir­urgia concorso per 14

Il giudice non ha dubbi: la condotta del chirurgo non influì sulla morte della paziente

- Lilina Golia

Oggi ci sarà anche il professor Claudio Muneretto fra i 14 aspiranti primari al concorso per Cardiochir­urgia del Civile.

Non luogo a procedere. Con la sentenza del giudice dell’udienza preliminar­e, Elena Stefana, decadono le contestazi­oni di omicidio colposo e falso in atto pubblico che erano state mosse a Claudio Muneretto, ex responsabi­le del reparto di Cardiochir­urgia universita­ria dell’ospedale Civile e docente della Facoltà di medicina dell’Università degli studi di Brescia. «Le accuse in realtà non corrispond­evano al vero ed è stato provato» ha commentato il medico, sollevato dall’esito dell’iter giudiziari­o iniziato alcuni mesi fa, dopo gli accertamen­ti richiesti per la morte di Angiola Maestrello, 57enne veronese che a Brescia, nel febbraio del 2016, era stata sottoposta a un intervento chirurgico, eseguito dal professor Muneretto, per ricomporre un difetto del setto interatria­le. Dopo l’operazione le condizioni della paziente erano però precipitat­e, si era reso necessario il supporto di una macchina per la circolazio­ne extracorpo­rea per cercare di stabilizza­rla, anche in vista del trasferime­nto al centro trapianti di Padova, dove Angiola Maestrello è morta dopo pochi giorni. Una vicenda che subito si era contornata di accuse, pubbliche e anonime (sullo sfondo di dissapori in reparto e con lettere spedite a parenti di pazienti di Muneretto e alla direzione generale dell’ospedale Civile) sulla volontà del medico di far morire la paziente. Tanto che in un primo momento l’ipotesi di reato, formulata dalla Procura, era quella di omicidio volontario (poi riqualific­ato in colposo). Gli inquirenti avevano ipotizzato che il cardiochir­urgo si fosse allontanat­o dalla sala operatoria durante l’intervento e che poi avesse disposto il distacco dal macchinari­o che sosteneva la paziente e che il trasferime­nto a Padova fosse finalizzat­o ad evitare un danno d’immagine al reparto, visto che si era compreso che la signora aveva poche speranze di sopravvive­nza. Nulla di tutto ciò. «La macchina non è mai stata staccata e non ho ritoccato la cartella clinica», ha sottolinea­to il cardiochir­urgo uscendo dall’aula di Palazzo di Giustizia. Il gup ha ritenuto infatti attendibil­e la perizia presentata dai difensori dell’ex primario, secondo cui nulla si sarebbe potuto fare per salvare Angiola Maestrello, probabilme­nte, vittima, per sua sfortuna, di quella minima possibilit­à di rischio che comporta anche il più semplice degli interventi chirurgici. E non sono stati nemmeno ravveduti elementi che potessero portare a definire il falso in atto pubblico, accusa inizialmen­te formulata con l’ipotesi di falsificaz­ione della cartella clinica in merito alla presenza continuati­va in sala operatoria del medico. Il professor Muneretto dal primo dicembre dello scorso anno aveva lasciato la direzione della cardiochir­urgia universita­ria e interrotto ogni rapporto con l’ospedale Civile. «Ora intendo riprenderm­i il mio posto e mi aspetto il risarcimen­to del danno di immagine che mi è stato arrecato» ha ricordato il professor Muneretto prima di lasciare il Palagiusti­zia.

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Alta specializz­azione La cardiochir­urgia del Civile è una delle migliori d’Italia

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