Mitrovic, un’illusione per Corioni e la Svezia
Professione attaccante, origini balcaniche, ma nato a Malmö e cresciuto nel Malmö. Fisico imponente, capelli lunghi, rigorosamente raccolti: è una prima punta, che all’occorrenza può giocare anche lontano dalla porta. Zlatan Ibrahimovic? No, Marko Mitrovic, meteora del Brescia che molti ricorderanno. Gino Corioni lo aveva prelevato nel 2012 dalle giovanili del Chelsea, dove aveva fatto registrare più reti che presenze. Per qualche tempo, a Brescia, si è sognato davvero di avere tra le mani il nuovo Ibra. In due stagioni, però, ha collezionato solo 34 gettoni, mettendo a referto 4 reti e 3 assist.
Ma i numeri raccontano poco perché, per una fase della sua ancora giovane carriera (ha da poco compiuto 26 anni), anche in Svezia qualcuno ha pensato di essere di fronte all’erede del più grande calciatore svedese. Ed è legittimo credere che lo stesso Mitrovic si vedesse in qualche modo proiettato verso la nazionale maggiore. Il suo score nelle giovanili svedesi parla chiaro: 11 gol in 11 presenze nell’Under 17, due in quattro apparizioni con l’Under 19. Poi, il nulla. L’esperienza italiana non gli ha regalato il successo sperato, nonostante la grande fiducia riposta in lui da Corioni e, a tratti, anche da Calori, allora tecnico delle Rondinelle.
Johnsson, Olsen, Jansson, Helander, Hiljemark, Ekdal, Rohden, Claesson, Forsberg, Guidetti e Thelin: loro ce l’hanno fatta. Appartengono tutti alla generazione di Marko e si giocheranno sabato l’approdo in semifinale, nel Mondiale in corso, contro l’Inghilterra di Southgate.
Oggi trovare un posto tra i convocati di Jan Andersson sarebbe utopia. Dopo Brescia infatti il numero di presenze si è via via ridotto: FC Eindhoven, Randers FC e ora SönderjyskE, squadra della Serie A danese, che lo ha più volte relegato nella formazione riserve. Marko Mitrovic rimarrà una bella illusione.