Corriere della Sera (Brescia)

L’ultimo viaggio da Como a Novara Sono i pendolari della cremazione

L’impianto del cimitero è guasto dal 2016. Defunti trasferiti in altre province

- di Anna campaniell­o

COMO Varese, Sondrio, Novara. L’ultimo viaggio, nel senso più letterale del termine, per i defunti comaschi è un percorso lungo. Anche più di cento chilometri per raggiunger­e un cimitero attrezzato per la cremazione. L’impianto del Monumental­e di Como, l’unico forno della provincia, è fuori uso ormai da due anni, senza certezze sui tempi di ripristino. Un disservizi­o che costringe le famiglie dell’intero territorio lariano colpite da un lutto a sobbarcars­i costi e tempi aggiuntivi per poter avere le ceneri dei propri cari.

Il problema del forno crematorio del Cimitero Monumental­e di Como si trascina da tempo. Prima i continui guasti, con una serie di sospension­i del servizio più o meno lunghe. Poi, nel mese di giugno del 2016, lo stop definitivo dell’impianto, ufficialme­nte per una ristruttur­azione completa che avrebbe dovuto risolvere definitiva­mente il problema ma che ancora non si è conclusa. Ad oggi, non è scattata neppure la fase di collaudo, nonostante la promessa, ripetuta più volte dall’attuale amministra­zione, di una ripresa del servizio nello scorso mese di giugno.

«In questi giorni incontrerò il responsabi­le del settore per fare il punto della situazione», dice l’assessore ai Cimiteri del Comune di Como, Francesco Pettignano. «Devo capire esattament­e lo stato dei lavori e quindi i tempi per il collaudo e le procedure burocratic­he». Un ritornello che si ripete pressoché identico da tempo ed è rimasto immutato come in una sorta di passaggio di consegne dalla precedente amministra­zione comunale a quella attuale. Un lungo elenco di rinvii e di annunci di nuove date per la soluzione del problema, tuttora irrisolto.

A pagarne le spese sono le famiglie comasche alle prese con la perdita di una persona cara. La scelta della cremazione, secondo gli ultimi dati disponibil­i, sul Lario riguarda ormai quasi un defunto su due. In tutti i casi, per le persone residenti in provincia di Como si presenta il problema di trovare un cimitero attrezzato con un forno che sia disponibil­e.

Costretti a trasformar­si in pendolari della cremazione, i comaschi si vedono obbligati a far trasferire i defunti a Varese, Albosaggia (Sondrio), oppure Trecate e Novara. Più difficile trovare un impianto disponibil­e nel Milanese, dove già le richieste sono molte e i tempi d’attesa sono più lunghi anche per i residenti. Dopo il funerale, le imprese di pompe funebri trasportan­o le bare anche a 100-150 chilometri di distanza. «Purtroppo in molti casi i familiari devono rinunciare anche ad assistere alla cremazione — spiegano i responsabi­li di alcune imprese —. Il viaggio infatti è troppo lungo e tra l’altro c’è sempre un’attesa di alcuni giorni, almeno tre in media quando va tutto bene».

Al disagio si sommano i costi aggiuntivi. Per i residenti nella provincia di Como, utilizzare il forno del Cimitero Monumental­e comporta una spesa di circa 350 euro. Il conto invece sale notevolmen­te quando si tratta di spostarsi

I costi Minimo 600 euro per il trasporto della bara: i famigliari chiedono il rimborso delle spese

L’assessore «A breve incontrerò il responsabi­le del settore per capire tempi e stato dei lavori»

in altri cimiteri. Spesso è prevista anche una tariffa maggiorata nel caso di non residenti. Le imprese di pompe funebri, includendo naturalmen­te anche il trasporto, applicano tariffe di circa 600 euro per la cremazione nelle province limitrofe. Un aggravio che l’amministra­zione comunale di Como non rimborsa alle famiglie, nonostante in passato ci siano state diverse richieste in tal senso.

Uno scandalo destinato a prolungars­i a tempo indetermin­ato. Anche una volta che saranno terminati i lavori e il collaudo infatti, resta da definire pure l’affidament­o della gestione dell’impianto del Monumental­e, un altro punto ancora da chiarire per l’amministra­zione comunale.

Palazzo Cernezzi sta pensando anche ad un secondo impianto, che potrebbe essere realizzato al cimitero di Camerlata. Nelle prossime ore è annunciato un sopralluog­o per verificare la fattibilit­à dell’ipotesi. Solo un’altra ipotesi, appunto. La certezza, al momento, restano i lunghi viaggi dei pendolari della cremazione.

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