IL CASTELLO E I SUOI DIFETTI
Se è lecito ad un quivis ex populo dire la sua, prego sindaco, assessore alla cultura e Soprintendenza di ascoltare. Argomento è il Castello. Comincio con l’ascensore, che sembra più una funicolare. Temo che sia inutile ed antiestetico e mi chiedo se sia l’unico modo per trasportare visitatori dalla Fossa Bagni fino al Piccolo e Grande Miglio. Basterà un autobus che faccia capolinea all’altezza della sella del colle. E da lì, per chi non cammina, un agile mezzo che attraversato l’ingresso del castello, possa anche arrampicarsi fino alla torre dei prigionieri, superando il ponte che porta al mastio visconteo. Nel 1960 Boni volle collocare la locomotiva sul Baluardo di San Faustino. Era più larga dell’ingresso. Fece smontare e ricomporre l’arco di pietra. In questo caso basterà eventualmente sistemare il fondo stradale. Sarà evitato il pericolo temuto dai più; e cioè che la funicolare-ascensore offenda il profilo settentrionale del Castello. Altro argomento. Prima di pensare ai percorsi vita, una nuova vita bisogna ridarla a quella parte di bosco - trasandata e malfamata che è compresa tra i campi da tennis e il baluardo della Pusterla, dove sono il monumento ai bresciani caduti nel 1849 e la piramide in ricordo di Giuseppe Ragazzoni. Sommessamente mi permetto di osservare come i campi da tennis, da più di un secolo impediscano la visione e la fruizione pubblica del Castello a est. Dal baluardo di San Marco a quello di San Pietro, circa 250 metri lineari sono occupati dal «Centro tennis comunale Castello». Poiché quel lato è inaccessibile si perde la dimensione della fortezza. I tre baluardi, dedicati ai santi Faustino, Marco e Pietro ed i larghi fossati che li circondano ci dovrebbero raccontare come funzionava il sistema di difesa veneziano. Nei fianchi ritirati erano poste bocche da fuoco che consentivano un efficace tiro incrociato. Gallerie interne collegavano gli spalti al fossato dove erano strutture a tenaglia che impedivano l’accesso dei nemici. Oggi tutto questo è impossibile da percepire. Inoltre i campi da gioco sono rialzati di oltre un metro e mezzo rispetto alla base delle mura . Queste perdono così la loro possente monumentalità. Chi ha autorizzato al tempo quello scempio? Se oggi uno chiedesse alla Soprintendenza di poter mettere malta su un muraglione del ’500, finirebbe in manicomio. Eppure in Castello una parete da anni è cementata per il tennista che si allena da solo.