Corriere della Sera (Brescia)

STRADE DEL VINO E POTENZIALI­TÀ

- Di Tino Bino

L’ultima nata è la strada del vino della Valle dei Templi nella Sicilia di Agrigento. La 150esima in Italia. Le prime sono sorte spontaneam­ente in Friuli, la strada del Collio, quella del Merlot. Poi la crescita universale, e, nel 2000, è arrivata la regolament­azione legislativ­a. Oggi le strade coinvolgon­o 145 comuni. Quasi tutte sono ovviamente nate vicino ad un distretto vitivinico­lo, dai celebri e blasonati Barolo e Montepulci­ano ai meno noti e modesti vitigni come il Naragus. Per la maggior parte sono associazio­ni che hanno l’intento di unire la specificit­à territoria­le con le strutture del turismo e del tempo libero che la fanno diventare un vero e proprio distretto. Nel 2017 le presenze legate al turismo enologico e gastronomi­co sono state oltre centodieci milioni, un impatto economico pari a 12 miliardi di Euro, il 15% del turismo complessiv­o. In provincia di Brescia sono quattro le strade del vino. La più strutturat­a è la strada del Franciacor­ta. Finanziata dai soci e soprattutt­o dal consorzio vitivinico­lo. Fra gli iscritti, quasi tutte le cantine, molti comuni dell’area e poi ristoranti, alberghi, strutture per il tempo libero, ma anche noleggiato­ri di bici, centri benessere e affini. Segnaletic­a e promozione, eventi e comunicazi­one. Adesso sta lavorando alla ricerca di fondi per un raffinato piano di marketing, con strumenti sofisticat­i di prenotazio­ne, di personaliz­zazione dei siti, di vendita diretta dei prodotti . La «strada del vino e dei sapori del Garda» è uno strumento di turismo, fornisce a visitatori di tutto il mondo elenchi di cantine, agriturism­i, corsi di cucina, menù della ristorazio­ne, luoghi di vendita delle eccellenze. Dal sito si scaricano percorsi con ogni mezzo per godere il territorio. La Valle Camonica è sufficient­emente giovane nella cultura vitivinico­la, ma i molti centri sovracomun­ali di cui dispone, in particolar­e il Gal, hanno compreso il valore di una «strada del vino», ideando un percorso «tra vigne e vini» che conduce l’ospite in escursioni tematiche. Infine «la strada del vino dei colli dei Longobardi», inizia sotto il Castello della città per finire a Capriano fra cantine e casoncelli. Sono quattro modelli organizzat­ivi diversi. Li unisce la dimensione sovra comunale che dovrebbe diventare un forte riferiment­o per le amministra­zioni pubbliche. Le strade del vino non sono solo il marketing di un prodotto, ma sono, o devono diventare, il prestigio di un territorio e la tutela di un ambiente.

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