Demenze, la rete per le famiglie
Oltre 51 mila malati individuati tra il 2000 e il 2017, di cui poco meno di 18 mila presi in carico lo scorso anno. I numeri relativi alle demenze sono stati messi nero su bianco dall’Ats Brescia con l’incrocio di dati raccolti da 8 fonti diverse. Un’indagine scientifica per individuare criticità ed esigenze e mettere a punto strategie di intervento anche economico (il carico assistenziale annuo pro capite vale 8 mila euro all’anno, con un costo di 5.164 euro se il malato resta a domicilio, e di 13.689 euro se ricoverato in struttura). Al centro dell’attenzione i malati, ma anche i familiari che li assistono. Obiettivo: migliorare sempre più i servizi a sostegno di salute e qualità di vita, soprattutto per le situazioni gestite tra le mura domestiche. «Esiste una rete di servizi integrativi — spiega il direttore generale dell’Ats, Carmelo Scarcella — pensati per ritardare il più possibile il ricovero in Rsa e mantenere il paziente nel contesto familiare».
Con «demenza» si intende una serie di malattie cronico degenerative che portano a progressivi deficit cognitivi, disturbi del comportamento e perdita dell’autonomia, fino alla disabilità. Ci sono forme primarie, come la demenza di Alzheimer, e secondarie, spesso di origine vascolare.
«Circa il 70% degli assistiti è rappresentato da donne con un’età media di 85 anni, rispetto agli 80 degli uomini», precisa Michele Magoni, dirigente di Epidemiologia dell’Ats che aggiunge come nell’analisi del dato si debba comunque tenere conto che la popolazione (con 14,8 casi di demenza su mille persone) conta più donne che uomini. «Chi soffre di demenza ha anche in corso almeno altre 2 o 3 malattie croniche».
L’analisi ha poi evidenziato quanto sullo stato di salute incida il grado di istruzione che, se basso, alza del 40% le possibilità di cadere nella demenza e in stili di vita non corretti che aumentano il pericolo anche di altre patologie. «L’attenzione ai bisogni assistenziali è aumentata, in considerazione della ricaduta sociale delle demenze», afferma Maria Rosa Venturini, dirigente dell’Unità Operativa Disabilità e Protezione giuridica dell’Ats. Attenzione rivolta a malati e care giver (familiari o personali) attraverso l’innovativa misura della Rsa aperta – investimento della Regione per il 2018 pari a 4milioni 195 mila euro. Servizi nelle strutture accreditate, ma anche a domicilio, destinati a pazienti (1.184 nel 2018) dai 75 anni di età, assistiti a domicilio. Esiste poi la misura B1 (a disposizione 6 milioni 182 mila euro), rivolta a pazienti di qualsiasi età con gravissime disabilità, che prevede un buono mensile di mille euro (136 richiesti ed erogati quest’anno, rispetto ai 96 del 2017) per compensare le prestazioni del care giver. C’è poi un voucher fino a 360 euro (per i minori arriva a 500 euro) per interventi di miglioramento della qualità di vita dei pazienti, oltre a un buono mensile di 500 euro per l’assunzione di persone per alleggerire il carico assistenziale dei care giver.