Corriere della Sera (Brescia)

Manuela, il mistero Al setaccio i tabulati

Ha 35 anni ed è scomparsa da 10 giorni

- Di Mara Rodella

«Tutto questo non è da lei». Lo ripetono, angosciati, i famigliari. Ma anche gli amici e i colleghi che da anni lavorano con lei. Non è da Manuela andarsene da sola, guidare per chilometri, non farsi più sentire con la mamma e la sorella, non avvisare in ufficio. Sparire, insomma. Eppure di Manuela Bailo, 35 anni, non si sa più nulla da giorni. L’ultima immagine risale a sabato pomeriggio, nella casa di Nave in cui viveva con il suo ex fidanzato. Poi quei messaggi, fino a lunedì sera, che le persone più care non credono abbia scritto lei.

Le «bugie», quei messaggi che a detta di chi davvero la conosceva lei non avrebbe scritto così, quegli improbabil­i chilometri in auto, da sola. E il silenzio. Ormai da dieci giorni. Non i famigliari, gli amici, ma nemmeno i datori e colleghi di lavoro riescono a farsene una ragione, e capire cosa sia successo a Manuela Bailo, 35 anni, scomparsa dalla casa di Nave in cui viveva ancora con l’ex fidanzato, Matteo Sandri — nonostante la loro relazione fosse finita da circa due anni — sabato 28 luglio. E adesso, al setaccio, ci sono i tabulati telefonici della ragazza: importanti­ssimi per provare a ricostruir­e cosa le sia successo, quali celle la sua utenza abbia agganciato fino al momento in cui, quel cellulare (quello personale, ma all’appello mancherebb­e anche l’altro, aziendale) ha dato segni di vita. Non a caso la procura ne ha disposto il sequestro e i relativi accertamen­ti.

L’ultima immagine di lei risale proprio alle 17.30 di quel giorno, quando la videocamer­a installata nell’appartamen­to la riprende in salotto, davanti allo stendi biancheria, mentre piega la biancheria e sembra riporla in una borsa. «Ho visto le immagini quando sono rientrato a casa dal lavoro» conferma Matteo. Pare la rottura tra i due fosse dovuta a una presunta relazione con un uomo spostato di Manuela, in passato: «Ma i tempi dei litigi erano ormai finiti». Alle 21.12 il messaggio, proprio all’ex: «Ciao, guarda che non torno a dormire perché sono andata al lago». «Mi fermo anche questa sera, vado al lavoro diretta» lo avvisa ancora il giorno successivo, domenica 29, alle 19.04. Ma lei, sul Garda che tanto amava, non ci sarebbe mai andata. Così come Manuela non si sarebbe mai recata dal medico, nonostante i messaggi, altri ancora, inviati al suo datore di lavoro — da oltre sette anni è impiegata al Caf della Uil, in città — e a una collega. «Ho la febbre, non vengo», scrive lunedì mattina al suo responsabi­le. Eppure, in giornata, non risponde a una richiesta di chiariment­o in riferiment­o a una pratica che lei stessa stava seguendo, avanzata da una collega. A un’altra, però, in serata scrive: «Sono stata dal medico, ho la bronchite, torno venerdì». Altra anomalia: il suo dottore di base non l’ha mai nè vista nè visitata. Anche lui, come i famigliari e gli amici, è stato sentito dai carabinier­i dopo la denuncia di scomparsa formalizza­ta dalla famiglia, mercoledì scorso.

Lunedì mattina, il 30 luglio, ancora, Manuela avrebbe afferrato il suo telefonino per comunicare con la mamma, la signora Patrizia, e annullare il loro incontro: «oggi e domani non ci sono pre pranzo», scrive alle 10.08. Alle 21.51 della stessa sera l’ultimo (presunto) segno di Manuela, ancora una volta via whatsapp: «Ciao, sono con la Francy, avevo bisogno di parlare, lei è l’unica che mi capisce» scrive a Matteo. Poi è il silenzio. E il telefonino di Manuela che risulterà sempre irraggiung­ibile. Anche Francesca, la sua più cara amica, Manuela non l’ha mai vista, se non il giovedì precedente. «Manu torna ti prego» lancia l’appello disperato insieme alla signora Patrizia e alla sorella minore di Manuela, Arianna.

L’ipotesi della fuga volontaria lascia sempre di più spazio a dubbi, domande, perplessit­à. Manuela aveva già prenotato anche le vacanze, ne aveva giusto parlato anche con i colleghi, in ufficio, nei giorni scorsi. Si è allontanat­a da casa a bordo della sua Opel grigia (targata EF460GZ), l’ultimo prelievo con il bancomat, da 250 euro, il 22 luglio. Nessun movimento bancario sospetto. E, soprattutt­o, nessun cenno alla famiglia. «Non amava guidare, tantomeno da sola». Perché da sola, Manuela, «non si era mai allontanat­a» assicura la sua famiglia. O meglio: non faceva praticamen­te nulla, senza la sorella o le amiche, nemmeno i due tatuaggi che aveva, «e ci ha sempre avvisato». L’unico auspicio: «Che abbia fatto un colpo di testa lei, piuttosto che invece qualcun altro».

Ma «quei messaggi non li ha scritti lei»: non per i parenti e l’ex fidanzato («non mi sembra per nulla il suo stile»). E allora chi? Il mistero sta diventando un rompicapo. Anche per chi, con Manuela, ci lavorava da oltre sette anni. «Anch’io credo che tutto questo non sia assolutame­nte da lei, glielo assicuro», ribadisce Mario Bailo, segretario generale della Uil Brescia (solo una questione di omonimia, nessuna parentela). Lui, Manuela, l’ha vista «per l’ultima volta il giovedì o il venerdì prima che sparisse: non ho notato nulla di particolar­e». Una ragazza «molto tranquilla, seria, discreta e riservata, profession­ale e impeccabil­e sul lavoro. È tutto davvero troppo strano». Mai, assicura, erano capitate assenze strane o ingiustifi­cate. «E anche quando era a casa in malattia ha sempre comunicato con i colleghi per i chiariment­i sulle pratiche fiscali di cui si occupava. Per questo i suoi ultimi messaggi mi sembrano inverosimi­li, compresa la non risposta a una richiesta dettagliat­a su un documento». Pausa. «Spero solo sia partita per andare in capo al mondo con qualcuno, ma in cuor mio ne dubito».

Ciao, non torno a dormire, sono andata al lago sabato alle 21.12

Sono stata dal medico, ho la bronchite, torno venerdì lunedì sera

Sono con la Francy, avevo bisogno di parlare lunedì alle 21.51

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Sparita Manuela Bailo, 35 anni, si è allontanat­a da casa sabato 28 luglio

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