Inferno in autostrada Muoiono tra le fiamme due operai camuni
Tra Vicenza e Padova perdono la vita Alessandro Bontempi e Alex Ventu di Berzo Inferiore. Lutto cittadino in paese
Il furgone che tampona il camion carico di cartone. Le fiamme e le bombole che esplodono, senza concedere tregua a chi sta viaggiando proprio su quel furgone, e cioè due ragazzi camuni di 19 e 26 anni appena, partiti da Berzo Inferiore per lavoro e morti carbonizzati tra Padova ovest e Grisignano.
Un furgone che tampona un tir e una bombola di acetilene stivata nel cassone del mezzo più piccolo che si ribalta ed esplode. Divampa un inferno di fiamme, che due (giovanissime) vite se le consuma in un attimo, senza margine di scampo. Alessandro Bontempi, 26 anni, e il collega e amico Alex Ventu, che ne aveva solo 19, sono morti così: inghiottiti dal fuoco. Entrambi camuni, di origine o di adozione poco importa (Alex è rumeno, ma vive in Italia da oltre 15 anni), vivevano a Berzo Inferiore, nonostante ufficialmente Ventu risulti residente a Cividate Camuno. Ed è da lì, da Berzo, che all’alba sono partiti alla volta del Veneto, per lavorare in un cantiere del Padovano, a bordo del furgone di proprietà dell’azienda del papà di Alessandro, la Geocam (che si occupa di perforamenti), a sua volta parte di un gruppo attivo anche nel settore dell’autotrasporto.
L’inferno si è scatenato ieri mattina presto, una decina di minuti alle sette, sull’autostrada A4 tra Grisignano (Vicenza) e Padova Ovest, a quattro chilometri dallo svincolo in direzione Venezia, nel territorio di Villafranca. Ricoverato con leggere contusioni il conducente del tir, un 40enne nativo dello Sri Lanka che si sarebbe lanciato dal mezzo in corsa per evitare di essere avvolto dalle fiamme. Il rogo che si è sviluppato, e ha divorato parzialmente entrambi i mezzi, ha bloccato e poi ridotto a una sola corsia il transito con la chiusura dei caselli da Vicenza Est a Padova.
I soccorritori sono intervenuti in forze: in pochi minuti in autostrada sono arrivati cinque automezzi dei pompieri da Padova e Vicenza, con 16 operatori, oltre al Suem 118 e a una pattuglia della polstrada. Secondo la prima ricostruzione, per cause ancora al vaglio delle forze dell’ordine, nel punto dell’incidente il camion è stato colpito da dietro dal furgone, tanto da finire sulla corsia di emergenza. Dietro al tir a quel punto si è fermato proprio il camioncino, dal cui bagagliaio si è sviluppato l’incendio. Le fiamme hanno rapidamente avvolto il mezzo più pesante, dalle ruote al carico: gli imballaggi di cartone in grande quantità hanno preso facilmente fuoco. Quando, dopo aver sparato a lungo acqua sul rogo, i pompieri hanno potuto avvicinarsi a ciò che rimaneva del mezzo più piccolo, hanno trovato i corpi carbonizzati di due persone. Due ragazzi. Identificarli non è stato affatto facile: il drammatico compito è toccato agli agenti della polizia stradale di Rovigo, intervenuta per i rilievi. Oltre ai corpi, le fiamme hanno divorato anche la targa del veicolo, rendendola illeggibile: anche tutti i documenti personali si sono distrutti.
L’esplosione è stata sentita nitidamente in buona parte dei comuni a ridosso dell’autostrada. Alcune famiglie sono state svegliate di soprassalto. «Abbiamo sentito un boato — racconta Stefano, di Sarmeola — un rumore incredibile, tanto che pensavamo fosse saltata in aria una cisterna di benzina». Paura per alcune abitazioni a ridosso della carreggiata: «Le fiamme hanno lambito le case — spiega Michela, di Villafranca — Stavamo per evacuare casa, fortunatamente i pompieri sono riusciti a limitare i danni alla sola carreggiata. Il vento soffiava forte e solo per miracolo non ci sono altri feriti».
L’autostrada è rimasta chiusa per circa due ore, con code per 15 chilometri. Verso le 9 è stata riaperta la corsia di sorpasso e solo alle 12 si è riavuta la normalità. Forti le ripercussioni su tutta la viabilità secondaria, in particolare sulle tangenziali.
Ma non c’è voluto molto perché la notizia, di quelle che non vorresti ricevere mai, arrivasse in Valcamonica. Trasportando dritto negli inferi anche chi, a questi ragazzi, voleva bene. Anche il padre di alex Ventu, peraltro, lavora nella stessa azienda in cui aveva introdotto il figlio.
«Una ditta molto nota nella zona», conferma, addolorato, il sindaco di Berzo Inferiore, Ruggero Bontempi (che non è parente di Alessandro o della famiglia, solo questione di omonimia). «Non sono ancora riuscito a mettermi in contatto con la famiglia, non ho parole per quanto successo». Crederci è ancora difficile. «Alessandro lo conoscevo, a differenza dell’altro ragazzo, più giovane, che era con lui sul furgone: grande lavoratore, con la testa a posto. Come lui, anche i cugini sono entrati nell’azienda di famiglia». Famiglia che adesso non si dà pace. «Naturalmente proclameremo il lutto cittadino», tiene a sottolineare il sindaco, che quando sarà il momento è pronto a offrire a queste famiglie tutto il sostegno della comunità.