Corriere della Sera (Brescia)

Giornalist­a minacciato sui social dopo inchiesta sull’estrema destra

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«Siamo pronti, basta un cenno e agiamo tutti insieme». E ancora: «Gliele do io». Sono alcune delle minacce apparse sui social nei confronti di Federico Gervasoni, giornalist­a bresciano di 27 anni e collaborat­ore della Stampa di Torino, giornale che il 31 luglio ha pubblicato la sua inchiesta sugli incontri regolari, in una trattoria bresciana, di storici militanti e giovani simpatizza­nti di Avanguardi­a nazionale, movimento neofascist­a sciolto nel 1976. Tra questi anche Danilo Fadini e Kim Borromeo, arrestati nel 1973 per l’attentato alla sede bresciana del Psi. Gervasoni non è mai citato direttamen­te nei post, ma il riferiment­o alla sua persona è inequivoca­bile: il giovane giornalist­a ha depositato prove delle minacce e documentaz­ione alla procura di Brescia. Intanto incassa la solidariet­à della Federazion­e Nazionale della stampa

Italiana (Fnsi), dell’Associazio­ne della Stampa Subalpina e dell’Ordine Regionale del Piemonte: «Gli insulti e le minacce a Gervasoni, pure non espressame­nte menzionato, ma chiarament­e riconoscib­ile, non possono passare in secondo piano, né essere derubricat­e a goliardate — si legge nella nota della Fnsi — . L’attività di gruppi dichiarata­mente neonazisti e neofascist­i in alcune zone della Lombardia è un dato di fatto preoccupan­te. L’auspicio è che magistratu­ra e forze dell’ordine facciano luce sull’accaduto e perseguano i responsabi­li». Anche per l’Anpi Brescia queste notizie «non possono essere ignorate da autorità ed istituzion­i».

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