Tocca ai vigneti del Montorfano Le uve tornate a livelli ottimali
Grazie al suo microclima, il versante sud del Monte Orfano (Coccaglio) è sempre quello che dà inizio al rito della vendemmia, che si aperto ieri. Le uve Franciacorta Docg, soprattutto quelle destinate alle «bollicine», devono sì maturare, ma non come i rossi. Tradotto, la percentuale zuccherina non deve superare una certa quota, bisogna anzi conservare una certa acidità per creare lo spumante d’élite della Franciacorta. Quest’anno poi le premesse sono positive, sia in termini di qualità sia come quantità. Le massicce perdite di produzione del 2017 (49%) sembrano un ricordo lontano: «Ad oggi – spiegano dal consorzio – le condizioni fitosanitarie delle uve sono molto buone». Due grandinate non sono mancate, ma il loro effetto ha ridotto «in modo non determinante il carico produttivo dei vigneti». La fortuna vuole, poi, che dall’ultima settimana di luglio il tempo si sia stabilizzato, «con giornate asciutte e soleggiate». Le temperature calde hanno infine «agevolato la maturazione delle uve». La raccolta inizierà quindi da Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco. Qualche preoccupazione c’era, tra gli esperti: i germogli precoci del 2017, vessati dalla gelata di aprile, avevano ridotto il numero di grappoli di quella stagione. I tecnici l’anno scorso entrarono in vigna armati di forbici e utensili per aiutare le piante, ma temevano che anche l’anno seguente la vigna ne avrebbe sofferto. E invece, «la reazione dei vigneti colpiti dalla gelata del 2017 ha sorpreso viticoltori e tecnici». Il risultato è «una generosità inaspettata» delle piante. (m.tr.)