Da oggi la nuova vita di Carnevali Sandro Chen: «Darò continuità al marchio storico dei bresciani»
Sono già due mesi che le sedi di Brescia e Lonato (Erbusco si aggiungerà in autunno) hanno riaperto i battenti, ma Carnevali risorgerà ufficialmente solo da questo pomeriggio alle 16.30, nella grande sede di via Cefalonia a Brescia. Così ha deciso Sandro Chen Wen Xu, amministratore delegato di Aumai e unico azionista -assieme alla mogliedella neonata Carnevali s.p.a.
Signor Chen, due mesi di rodaggio in sordina e ora il battesimo ufficiale…
«Quando si riparte da un fallimento ci vuole del tempo: due mesi sono stati sufficienti e ora siamo pronti a presentarci ai bresciani come si deve».
Cos’è per lei il nuovo Carnevali?
«Sono a Brescia da 25 anni e conosco bene Carnevali (ero un buon cliente). I bresciani sono da sempre legati a questo negozio, al suo stile e ai marchi che propone: sono qua per dare continuità e per salvare ciò che sembrava perduto, non per tenere un nome e cambiare tutto il resto».
Il suo obiettivo sarebbe quindi quello di salvare? Difficile pensare che lei non abbia fiutato l’affare (Aumai è una catena di quasi 40 megastore, a cui si aggiungono la piattaforma per il commercio on-line Itaoly e, dal 2016, il complesso Cina Mercato ad Agrate Brianza).
«Effettivamente di negozi ne so qualcosa… (ride). È bastata una lettura dei bilanci 2016 e 2017 per valutare costi e ricavi, capire che la cosa poteva funzionare».
Tutto come prima, dunque?
«Riguardo ai marchi in vendita, sono pressoché gli stessi, magari solo ridotti nel numero. Abbiamo però rinnovato i locali e reso il tutto più bello, ma soprattutto vogliamo puntare sulla clientela giovane e non solo sui papà e le mamme». Stessi abiti stessi prezzi? O sarà un Carnevali low cost? «(Altra risata) L’eleganza e la finezza hanno un prezzo: non ci si scappa».
In ogni caso, solo abbigliamento.
«Diciamo di sì...»
Pare non sia convinto...
«Il primo e il secondo livello sono dedicati all’abbigliamento, mentre il terzo livello per ora è chiuso: credo proprio che presto lo adibiremo alla vendita di articoli per la casa».
In quanto al personale, come vi siete comportati?
«Per il 40% abbiamo tenuto i commessi che lavoravano prima. Hanno molta esperienza e i clienti sono affezionati a loro. Gli altri commessi li abbiamo trovati facendo delle selezioni».
Italiani o cinesi?
«Le selezioni si fanno in base alle competenze e non in base alla nazionalità! Per ora, le selezioni le hanno passate gli italiani. Più avanti, arriveranno anche i cinesi. In tutto, tra Brescia e Lonato, abbiamo assunto 45 persone. Per Erbusco, ne abbiamo già selezionate 16».