Corriere della Sera (Brescia)

Senza fondo Imu-Tasi e contributi per il metrò «il bilancio è a rischio»

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La Loggia attende con impazienza di capire se la Finanziari­a che «cancella la povertà» (copyright del vicepremie­r Di Maio) renderà più poveri i Comuni, cancelland­o o riducendo il fondo di compensazi­one per Imu e Tasi, che quest’anno le ha permesso di incassare 5,2 milioni (fondo previsto per compensare i minori introiti comunali dopo la cancellazi­one delle suddette tasse sulle prime case, voluta dal governo Renzi). Soldi che insieme ai 9 milioni di contributi regionali una tantum per il metrò (solo per il 2018) le hanno permesso di raggiunger­e dopo anni il pareggio di bilancio. «Sono molto preoccupat­o» dice senza troppi giri di parole l’assessore al Bilancio Fabio Capra (in foto), impegnato a far quadrare i conti: «Se non dovessimo avere né il fondo Imu-Tasi né un altro corrispett­ivo per il metrò per chiudere il bilancio sarò costretto ancora a fare un prelievo straordina­rio dalla nostra partecipat­a Brescia Infrastrut­ture». Un’operazione alla quale la Loggia è abituata: prelevò 11 milioni nel 2015, meno di 15 nel 2016 e 8,8 milioni lo scorso anno. Il problema è che la versione definitiva del Def (documento di economia e finanza) non sarà pronto che a metà dicembre, e solo allora si saprà con certezza se il governo «del cambiament­o» avrà tenuto in debita consideraz­ione anche le esigenze dei Comuni. I rapporti con l’Anci sono molto tesi, soprattutt­o dopo il congelamen­to per due anni di buona parte dei fondi per la riqualific­azione delle periferie (ma i 17,9 milioni a Brescia sono garantiti, perché rientra nei primi 24 progetti in graduatori­a). «Noi però non possiamo permetterc­i di aspettare dicembre per fare il bilancio — spiega Capra —. È quindi probabile che effettuere­mo un prelievo da Brescia Infrastrut­ture, se poi arriverann­o i fondi faremo una variazione». Altro tema non da poco è quello che riguarda i contributi per il metrò, che al netto dei ricavi dei biglietti costa alla Loggia 38 milioni l’anno, due mutui compresi (uno con il Cipe, che non abbassa i tassi d’interesse altissimi). In rapporto a simili infrastrut­ture lombarde il Comune dovrebbe ricevere dal Pirellone 17,5 milioni di aiuti l’anno. La Loggia si è appellata anche al Tar per vedersi riconoscer­e quell’aiuto. Lo scorso anno si è giunti alla mediazione: 9 milioni una tantum per il 2018, poi dal 2020 si applicherà la nuova regola dei costi standard (dovrebbe portare al metrò 3,5 milioni l’anno). Ma per il 2019? L’assessore regionale Terzi ha lasciato capire che c’è qualche margine nella manovra di dicembre. L’assessore Manzoni conferma «che si sta lavorando ad un accordo». (p.gor.)

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