«Werder sei forte, ma io voglio partire»
Luca Caldirola guarda dalla tribuna le partite della Bundesliga e strizza l’occhio all’Italia «A Brescia ho lasciato il cuore, è una piazza importante che merita altri palcoscenici»
«Caro Wikipedia, per piacere cambia la mia foto perché non posso più vedermi con questi capelli». Di Luca Caldirola si è tornato a parlare per questo simpatico tweet rivolto all’enciclopedia più famosa del web, che nella pagina dedicata al giocatore presentava una fotografia in cui ancora non era calvo. Ma a Brescia del difensore centrale scuola Inter si parla da tempo e non è un mistero che il presidente Cellino e il direttore generale Marroccu ci abbiano fatto un pensierino durante l’ultima sessione di calciomercato. Al punto che lo stesso Marroccu disse che uno come Caldirola prima o poi sarebbe tornato a vestire la maglia delle Rondinelle, indossata tra il 2012 e il 2013.
Caldirola, soddisfatto della nuova foto su Wikipedia?
«(Ride, ndr) Sì, diciamo che è stata una cosa particolare. Sono andato a tagliare i capelli vicino casa, il barbiere mi ha riconosciuto e mi ha fatto vedere Wikipedia. Il tweet voleva essere una cosa simpatica, non sapevo nemmeno ci fossero questioni di copyright».
Il Werder Brema è secondo nel campionato tedesco, ma lei non sta giocando.
«Beh, per la squadra è un grande momento, per me invece è difficile. Dopo una bella stagione in prestito al Darmstadt un grave infortunio mi ha tenuto fermo per quasi un anno e me ne ha fatti perdere due. Sono fuori rosa da luglio: mi hanno aggregato alla seconda squadra e non posso giocare le partite. La società mi ha fatto capire la sua volontà e a gennaio non credo che ostacoleranno una mia partenza».
Si era parlato di Brescia. Quanto è stato vicino a tornare in biancoblù?
«C’era stato solo un contatto, non una trattativa. Era un po’ difficile far combaciare alcune cose. Con Brescia ho un legame particolare: lì ho ancora tanti amici ed è sicuramente la società italiana in cui mi sono trovato meglio».
Quindi tornerebbe?
«Io non chiudo mai le porte a nessuno. La mia priorità sarebbe un massimo campionato, ma per me l’importante è tornare a giocare».
Non c’è quindi la volontà di tornare vicino a casa o sposare un progetto che, come nel caso di Brescia, punta alla Serie A?
«Tornare vicino a casa sarebbe una priorità soprattutto per i miei genitori, che mi vedono molto poco. Il Brescia sta ripartendo, ho sempre detto che è una piazza che merita ben altri palcoscenici. Ma tra il dire e il fare c’è tanto di mezzo, perché sappiamo bene che la Serie B è un campionato molto strano».
Parlava di amici a Brescia. Con chi è rimasto in contatto?
«Beh, io e Tremolada ci sentiamo praticamente sempre e siamo molto amici dai tempi dell’Inter. Mi aveva chiesto di Brescia in estate e gli avevo consigliato di andarci, poi lui ha insistito per un mio ritorno, ma non era semplice».
È anche amico di Caracciolo. Come ha preso il suo addio?
«Sinceramente, male. Se pensi a Caracciolo pensi al Brescia e viceversa: con le dovute proporzioni è un po’ come per Totti e la Roma. Ma capisco anche che una società debba fare delle scelte».
Come vede la nuova società?
«Brescia deve ringraziare Cellino. Ha risanato i debiti e sta investendo molto: non lo conosco personalmente, ma so che sta facendo grandi sforzi. Luca (Tremolada, ndr) mi ha parlato del nuovo centro sportivo. Questa squadra merita altro».