Buonanno al Csm, verso l’archiviazione
Dopo la pensione, il plenum rimanda in commissione l’ipotesi di incompatibilità
Verosimilmente ci vorranno un paio di settimane, per la decisione. Che paradossalmente, pur in sostanza scontata, slitta proprio per il radicale cambiamento della situazione «professionale» dell’ormai ex procuratore capo di Brescia, Tommaso Buonanno. In calendario, ieri, l’udienza davanti al (nuovo) plenum del Csm che avrebbe dovuto votare sulla proposta già deliberata in commissione su «rimozione e trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale», ex articolo 2 della legge sulle guarentigie della magistratura. Ma da lunedì Buonanno è ufficialmente in pensione, e fu proprio il Csm (il 12 settembre) a deliberare il suo «collocamento a riposo anticipato, a domanda», rimandando la discussione.
Confermato il pensionamento, come da procedura il plenum ha quindi rinviato la questione incompatibilità alla prima Commissione affinché formuli la richiesta di archiviazione nei confronti di Buonanno. Probabile non serva motivare, piuttosto, prendere atto del fatto che non sia più parte dell’ordinamento giudiziario. Un confronto, quello davanti al Consiglio superiore della magistratura, generato dai guai giudiziari del figlio del procuratore, indagato anche per alcuni reati commessi nel Bresciano, quindi di competenza degli uffici retti dal padre. La questione incompatibilità fu sollevata anche dall’Anm distrettuale.