Corriere della Sera (Brescia)

La partita di Toni Il mio derby totale

Brescia-Verona: parola al doppio ex

- Davide Zanelli

Brescia, Verona, Palermo, Firenze, Monaco di Baviera. La città non fa differenza: Luca Toni non avrà mai bisogno di presentazi­oni. I gol hanno sempre parlato per lui: in partite ufficiali ne ha fatti 308 tra Serie A, B, Bundesliga e Nazionale. E pure a Brescia, dove ha dovuto affrontare qualche critica, si presentò con una prima stagione da 13 reti in Serie A. Il derby tra Brescia e Verona racchiude una fetta importante della carriera di Toni, sbocciato al «Rigamonti» e ritiratosi al «Bentegodi», ma è anche una sfida tra Corini e Grosso, due amici ed ex

Sulle Rondinelle

«In teoria sono meno forti del Verona, ma se vincono possono puntare alle zone alte»

Sull’Hellas

«C’è confusione in attacco: Pazzini gioca poco, pure Di Carmine è andato in panchina»

compagni di squadra dell’attaccante modenese.

Toni, lei ha giocato due derby tra Verona e Brescia, entrambi con la maglia delle Rondinelle. Che ricordi ha?

«È passato tanto tempo. Ricordo che non sono andati benissimo (vittoria del Verona all’andata con rigore fallito, pareggio al ritorno, ndr), ma a fine stagione siamo stati noi a ottenere la salvezza. Ero giovane, erano le mie prime stagioni in Serie A, i miei primi derby: era tutto molto particolar­e. E poi i derby di provincia hanno un loro fascino».

Corini e Grosso li sente ancora? Cosa si aspetta da questo derby?

«Sono in buoni rapporti con entrambi, anche se è un po’ che non li sento. Sono contento che siano in due società importanti. Sulla carta la squadra di Fabio è più forte, ma il Brescia sta facendo bene. Credo che sia una partita decisiva per entrambe: se il Brescia dovesse vincere, potrebbe puntare alle zone alte della classifica. Il Verona, invece, uscirebbe dalla crisi con un successo e si troverebbe in una situazione complicata in caso di sconfitta».

Era facile prevedere per loro una carriera da allenatori?

«Eugenio l’ho trovato verso la fine della carriera. Si vedeva che era già lanciato e aveva in mente un futuro in panchina. Fabio l’ho conosciuto quando era più giovane e non pensava ancora ad allenare. Il ruolo fatto in carriera conta il giusto, è la voglia che ci metti a fare la differenza».

A Brescia c’è Donnarumma, a Verona non c’è un attaccante

inamovibil­e nelle gerarchie. Chi meglio di lei può esprimersi a tal proposito...

«Io credo sia una questione di fiducia. Donnarumma ha trovato un tecnico che crede in lui, mentre a Verona c’è un po’ di confusione perché Pazzini è un giocatore di alto livello e ha fatto pochi minuti, Di Carmine ha giocato ma poi è andato in panchina e nell’ultima giornata è stato scelto un attaccante molto giovane, lo slovacco Tupta. Secondo la mia esperienza, un attaccante rende bene quando sente la fiducia del mister: un tecnico deve fare delle scelte».

Lei a Brescia era stato messo in discussion­e nella seconda stagione. Ha rimpianti se ripensa a quegli anni?

«No, anche perché nel corso della mia carriera ho incontrato tanti tifosi bresciani che mi hanno mostrato affetto. Sicurament­e a Brescia sono stato apprezzato meno che in altre piazze, ma bisogna dire che eravamo un’ottima squadra, c’erano grandi giocatori e io ero arrivato per sostituire Hubner. A volte i tifosi vanno anche a simpatia».

 ??  ?? A Brescia Due stagioni, fece 15 gol in coppia con Baggio
A Brescia Due stagioni, fece 15 gol in coppia con Baggio
 ??  ?? A Verona Tre stagioni, 48 gol segnati, capocannon­iere in A
A Verona Tre stagioni, 48 gol segnati, capocannon­iere in A

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