Corriere della Sera (Brescia)

Jack, il campione di vela prestato all’alta moda

Cavalli, prodiere che sognava l’Olimpiade, è stato scoperto in aeroporto

- di Maurizio Bertera

Sognava la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici e tutto sommato avrebbe potuto provarci, visti i risultati dell’inizio quadrienni­o. Ma su una cosa possiamo mettere la mano sul fuoco. Giacomo Cavalli – Jack per amici e avversari in acqua – non sarebbe famoso come lo è diventato ora, in un solo anno di campagne pubblicita­rie. Questo ragazzo bresciano, a 24 anni, è sempre più il modello del momento. Attualment­e è testimonia­l di Liu Jo per l’autunno-inverno 2018-19 per la linea Man. Ma ha già lavorato per North, Dolce & Gabbana, EA7, Brunello Cucinelli, Philippe Plein, Ports e facilmente nei prossimi mesi lo vedremo indossare abiti di altre maison illustri. Riavvolgia­mo il nastro: figlio di bravo velista — Beppe Cavalli fu uno dei migliori con l’Asso 99 nell’epoca d’oro della classe — e cresciuto al Circolo Vela Gargnano, Giacomo è stato prodiere del talentuoso trentino Ruggero Tita: equipaggio più che promettent­e se è vero che nel 2015 finì secondo al Mondiale juniores dei 49er. Poi Cavalli decide di mollare lo sport della scotta per concentrar­si sullo studio (si è laureato a Brescia in Economia e Gestione Aziendale, ora sta seguendo un Master in management alla Bocconi) ma al tempo stesso di sfruttare un incontro casuale in un aeroporto. «Era il 2014 e un p.r. del gruppo Armani mi scambiò per il modello canadese Simon Nessman e scusandosi per l’errore, mi consigliò di iniziare la stessa carriera – racconta – all’epoca avevo altro per la testa, volevo fare il velista ma non buttai il biglietto da visita. Due anni dopo l’ho chiamato e mi sono buttato, così per provare: dopo il tour delle agenzie e la classica gavetta iniziale, ho posato per la prima campagna importante nel maggio 2017. Era destino che fosse con North Sails, uno dei brand mitici della vela». Il «giochino» è ora un lavoro ben retribuito, ovviamente, ma con le sue difficoltà. «Lo so cosa pensa la gente: tanti soldi, posti spaziali, praticamen­te un hobby. Per un lato è così ma al tempo stesso finisci per stare 180-200 giorni lontano da casa, dagli affetti e sul set non sono sempre rose e fiori, anzi ci si annoia facilmente». L’ambiente? «Come in ogni lavoro si trova di tutto, cerco di non perdere i valori che mi hanno insegnato i miei genitori. Quello che mi colpisce è la presenza di persone magari senza una buona cultura di base ma con un talento pazzesco e una profession­alità da invidiare. Trovi veramente un livello elevatissi­mo, quando lavori con le maggiori maison italiane». Cavalli ora vive tra Milano e il mondo, torna a Brescia («Sarei bugiardo a dire che mi manca, c’è una mentalità che mi sta stretta») solo per ritrovare i genitori e i cinque amici di sempre che da un lato lo prendono in giro e dall’altro, come in tutte le compagnie maschili del mondo, farebbero la firma per essere al suo posto. Fermo restando che sull’argomento amiche e/o fidanzate è più riservato di un monaco trappista.

«Parliamo di vela piuttosto, forse l’unico rammarico nel cuore è il non aver potuto iniziare la nuova campagna olimpica con Pietro Sibello. Avevo trovato pure gli sponsor, ma poi ho iniziato a lavorare tanto e fare le due cose insieme non era fattibile. Comunque, la prima regata a Palma di Maiorca l’abbiamo vinta: lo scriva». Resta una curiosità: una volta concluso il Master bocconiano («E su questo non si discute, anche se trovare tempo per studiare è sempre più complicato» ammette), Jack cosa farà da grande: il manager o il modello? «Ne parliamo, spero, tra un anno e mezzo: avrò tempo per capire la mia strada» risponde. La sensazione è che sarà comunque quella giusta.

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(foto a destra)
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Il modelloGia­como «Jack» Cavalli, 24 anni sta sfilando per importanti brand (in alto: foto di Giampaolo Sgura per Liu-Jo). Da ragazzo sognava di vincere alle Olimpiadi

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