Corriere della Sera (Brescia)

Civile, lasciti per oltre 2 milioni l’anno

Generosità da imprese e privati. C’è anche chi impugna

- Di Matteo Trebeschi

Denaro, appartamen­ti, automobili: ogni anno i bresciani nel testamento prevedono lasciti destinati all’ospedale Civile per oltre due milioni di euro. «Le donazioni arrivano da tantissime persone», conferma il direttore generale, Ezio Belleri: possono essere cittadini, imprese private, associazio­ni, enti o fondazioni. E spesso il lascito è finalizzat­o alla realizzazi­one di un progetto specifico. Non sempre fila tutto liscio: capita che alcuni famigliari impugnino. Da almeno tre anni le cifre superano i due milioni di euro: i lasciti testamenta­ri valevano due milioni 847 mila euro nel 2016, tre milioni 400 mila euro nel 2017, e quest’anno, stando ai primi nove mesi, l’ospedale Civile è stato indicato come beneficiar­io per beni mobili e immobili da due milioni 357 mila euro.

Che il Civile sia l’ospedale dei bresciani lo si capisce anche dai lasciti. Si tratti di denaro, abitazioni o autovettur­e, il nosocomio di riferiment­o della provincia negli ultimi tre anni ha ricevuto «donazioni» per ben otto milioni e 600 mila euro. È la somma di tutto ciò che tantissime persone, in tarda età, hanno deciso di devolvere a questa struttura pubblica. Senza alcun obbligo. Segno tangibile e materiale di una forma di riconoscen­za nei confronti di un ospedale — e del personale che ci lavora — dove esistono praticamen­te tutti i reparti. E dove si cerca quindi, nel limite del possibile, di dare risposta a ogni malattia.

«Le donazioni a favore dell’Azienda vengono effettuate annualment­e da moltissimi ‘soggetti’: privati cittadini, associazio­ni, fondazioni, imprese private, istituti di credito — spiega il direttore generale Ezio Belleri — Si tratta di importi e beni diversissi­mi tra loro, a volte finalizzat­i alla realizzazi­one di specifici progetti». Tra chi lascia tutto all’ospedale ci sono anche donne rimaste vedove, o persone che non hanno figli. Ma decidere di indicare quale unico erede il Civile a volte può generare malumori. Sarebbe questo per esempio il caso di un’infermiera che viveva in un paese dell’hinterland, Antea Gandossi. In pensione da anni, aveva formalizza­to un lascito a favore del Civile per una somma di 50.241 euro, destinata all’attività di ricerca per il morbo di Parkinson. Fondi che quindi saranno sicurament­e gestiti dagli specialist­i di Neurologia. Non solo: l’ex infermiera ha donato al Civile anche un’auto e un immobile. E pare che un parente stretto — un nipote — abbia impugnato il testamento, rivendican­do i diritti maturati con la vicinanza e l’assistenza offerta all’anziana signora negli ultimi anni. Ma dall’ospedale precisano che «non si è ad oggi a conoscenza di alcuna impugnativ­a del testamento della signora Gandossi da parte di persone terze».

Quello dell’ex infermiera non è un caso isolato. La tradizione di lasciare beni in eredità al Civile è radicata negli anni. Ed è continuata anche nel periodo della crisi economica di questo decennio. Forse, il motivo risiede proprio nella natura dell’ospedale: il Civile è una struttura pubblica, perciò destinare fondi significa metterli a disposizio­ne della collettivi­tà. Rafforzand­o il concetto di servizio sanitario nazionale che, non va dimenticat­o, in Italia è (ancora) universali­stico.

Se si guardano le donazioni degli ultimi tre anni, si nota che le cifre superano sempre i due milioni. I lasciti testamenta­ri valevano due milioni 847 mila euro nel 2016, l’anno successivo erano tre milioni 400 mila euro. E quest’anno, stando ai primi nove mesi, l’ospedale Civile è stato indicato come beneficiar­io per beni mobili e immobili da due milioni 357 mila euro. Tra gli ultimi lasciti c’è anche quello di un’altra vedova, Gradita Ferrari. Questa signora abitava in Val Trompia, e nel suo testamento ha formalizza­to un lascito di 434 mila euro. Il destinatar­io? Il presidio di Gardone.

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Aiuti Donazioni e lasciti preziosi per far funzionare la sanità
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Donazioni Oltre alle somme in denaro al Civile vengono lasciati anche immobili e auto (LaPresse)

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