Rischi di contaminazione Acque Bresciane presenta i suoi piani di sicurezza
Leggere e conoscere il territorio attraverso i dati per difendere una risorsa primaria e molto preziosa, l’acqua, e tutelare chi la utilizza. A una settimana dal referendum provinciale sulla gestione del servizio idrico integrato, il dibattito sull’acqua si allarga. Nei giorni di Key Energy Ecomondo, la fiera dedicata all’energia rinnovabile, alla mobilità sostenibile e all’economica circolare, ospitata dal 6 al 9 novembre alla fiera di Rimini, Acque Bresciane ha presentato i risultati del percorso che ha portato alla redazione dei Water Safety Plans, i piani di sicurezza dell’acqua che la Commissione Europea ha chiesto di adottare a tutti gli operatori di settore entro il 2025.
La società di Rovato, che nel Bresciano gestisce i sistemi idropotabili di 88 comuni della Provincia di Brescia (un bacino di oltre 400mila utenti), ha avviato a inizio 2017 l’elaborazione dei WSPs.
Lo scopo primario dei piani è «valutare, prevenire e gestire eventuali rischi connessi alla filiera idrica, dalla captazione alla rete di distribuzione, sia in condizioni di normalità che nel caso di emergenze» spiega Sonia Bozza, ingegnere di Acque Bresciane, responsabile area ovest esercizio SII.
Nel concreto lo strumento servirà a ridurre le possibilità di contaminazione delle acque captate, attenuare la presenza di fattori di rischio chimico e microbiologico, prevenire eventuali ricontaminazioni nelle fasi di stoccaggio e distribuzione dell’acqua. Nel febbraio dello scorso anno Acque Bresciane si è messa al lavoro sulle linee guida dettate dall’Istituto Superiore della Sanità. «Abbiamo formato un team multidisciplinare a cui hanno preso parte i nostri professionisti ed esperti esterni — continua Bozza — Il gruppo, dopo aver tracciato un quadro generale dei sistemi idropotabili, ha collaborato alla creazione di un database, un bagaglio di informazioni sui parametri di qualità dell’acqua, sulle criticità legate alla quantità idrica e sulla complessità delle infrastrutture acquedottistiche».
Secondo passaggio l’inquadramento idrogeologico del territorio, che ha permesso di classificare le acque sotterranee e superficiali della provincia, e l’analisi delle pressioni ambientali, ossia uno screening degli eventi e delle situazioni pericolose che potrebbero mettere a rischio il sistema acquedottistico. È lo schema «di un nuovo approccio preventivo che porta i gestori a valutare la bontà del loro operato e a costruire piani per tenere monitorato l’intero sistema — continua Bozza — E che inoltre ci consente di standardizzare la manutenzione ordinaria e monitorare anche inquinanti non ancora normati».
I cosiddetti inquinanti emergenti: microplastiche, antibiotici, Pfas, sostanze chimiche impiegate in molti processi industriali per le quali, a differenza dei più «classici» nitrati e del cromo, non esiste ancora un limite di legge nazionale. I WSPs di Acque Bresciane hanno già restituito risultati: sono partiti infatti i primi interventi in una fonte di approvvigionamento sotterranea nella quale erano registrate quantità di cromo esavalente inferiore a 10 microgrammi/litro, il futuro parametro normativo, ma al di sopra dei valori soglia fissati dall’azienda.
In totale sono 39 le aziende bresciane che hanno voluto partecipare a questa edizione di Key Energy Ecomondo, promossa da Italian Exhibition Group. Tutte realtà – tra cui AB Energy, Anaenergia, ATB Riva Calzoni, Carnovali, Linea Group Holding, Minini, Saccheria Franceschetti, Sgm Magnetics, Turboden - che stanno credendo in una visione di mercato sempre più green, investendo su prodotti e tecnologie a basso impatto ambientale.