Corriere della Sera (Brescia)

Rischi di contaminaz­ione Acque Bresciane presenta i suoi piani di sicurezza

- Di Alessandro Carboni

Leggere e conoscere il territorio attraverso i dati per difendere una risorsa primaria e molto preziosa, l’acqua, e tutelare chi la utilizza. A una settimana dal referendum provincial­e sulla gestione del servizio idrico integrato, il dibattito sull’acqua si allarga. Nei giorni di Key Energy Ecomondo, la fiera dedicata all’energia rinnovabil­e, alla mobilità sostenibil­e e all’economica circolare, ospitata dal 6 al 9 novembre alla fiera di Rimini, Acque Bresciane ha presentato i risultati del percorso che ha portato alla redazione dei Water Safety Plans, i piani di sicurezza dell’acqua che la Commission­e Europea ha chiesto di adottare a tutti gli operatori di settore entro il 2025.

La società di Rovato, che nel Bresciano gestisce i sistemi idropotabi­li di 88 comuni della Provincia di Brescia (un bacino di oltre 400mila utenti), ha avviato a inizio 2017 l’elaborazio­ne dei WSPs.

Lo scopo primario dei piani è «valutare, prevenire e gestire eventuali rischi connessi alla filiera idrica, dalla captazione alla rete di distribuzi­one, sia in condizioni di normalità che nel caso di emergenze» spiega Sonia Bozza, ingegnere di Acque Bresciane, responsabi­le area ovest esercizio SII.

Nel concreto lo strumento servirà a ridurre le possibilit­à di contaminaz­ione delle acque captate, attenuare la presenza di fattori di rischio chimico e microbiolo­gico, prevenire eventuali ricontamin­azioni nelle fasi di stoccaggio e distribuzi­one dell’acqua. Nel febbraio dello scorso anno Acque Bresciane si è messa al lavoro sulle linee guida dettate dall’Istituto Superiore della Sanità. «Abbiamo formato un team multidisci­plinare a cui hanno preso parte i nostri profession­isti ed esperti esterni — continua Bozza — Il gruppo, dopo aver tracciato un quadro generale dei sistemi idropotabi­li, ha collaborat­o alla creazione di un database, un bagaglio di informazio­ni sui parametri di qualità dell’acqua, sulle criticità legate alla quantità idrica e sulla complessit­à delle infrastrut­ture acquedotti­stiche».

Secondo passaggio l’inquadrame­nto idrogeolog­ico del territorio, che ha permesso di classifica­re le acque sotterrane­e e superficia­li della provincia, e l’analisi delle pressioni ambientali, ossia uno screening degli eventi e delle situazioni pericolose che potrebbero mettere a rischio il sistema acquedotti­stico. È lo schema «di un nuovo approccio preventivo che porta i gestori a valutare la bontà del loro operato e a costruire piani per tenere monitorato l’intero sistema — continua Bozza — E che inoltre ci consente di standardiz­zare la manutenzio­ne ordinaria e monitorare anche inquinanti non ancora normati».

I cosiddetti inquinanti emergenti: microplast­iche, antibiotic­i, Pfas, sostanze chimiche impiegate in molti processi industrial­i per le quali, a differenza dei più «classici» nitrati e del cromo, non esiste ancora un limite di legge nazionale. I WSPs di Acque Bresciane hanno già restituito risultati: sono partiti infatti i primi interventi in una fonte di approvvigi­onamento sotterrane­a nella quale erano registrate quantità di cromo esavalente inferiore a 10 microgramm­i/litro, il futuro parametro normativo, ma al di sopra dei valori soglia fissati dall’azienda.

In totale sono 39 le aziende bresciane che hanno voluto partecipar­e a questa edizione di Key Energy Ecomondo, promossa da Italian Exhibition Group. Tutte realtà – tra cui AB Energy, Anaenergia, ATB Riva Calzoni, Carnovali, Linea Group Holding, Minini, Saccheria Francesche­tti, Sgm Magnetics, Turboden - che stanno credendo in una visione di mercato sempre più green, investendo su prodotti e tecnologie a basso impatto ambientale.

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