MuSa 2019, in cantiere una mostra sul Ventennio
L’anno prossimo il MuSa, Museo di Salò, ospiterà una mostra sul Ventennio fascista all’interno della sezione dedicata alla Repubblica sociale italiana. L’ha annunciato il presidente del MuSa, Giordano Bruno Guerri. «Una mostra non sul fascismo — ha detto — ma su un periodo della storia d’Italia attraverso manifesti, documenti, fotografie e quant’altro». Prevedendo le polemiche che contorneranno questa iniziativa, Guerri si augura che si possa rimanere «al riparo da ogni pregiudizio». Del resto «con 22mila visitatori per la mostra Italianissima — sottolinea Guerri — il MuSa dimostra come sia vero che 1 euro speso per la cultura ne produca 5». L’annuncio è giunto durante la presentazione della nuova esposizione dei Graduali all’interno del Musa. «Avevamo queste preziosità da 550 anni. Gioielli solo per pochi. Da ora, saranno per tutti. Grazie all’opera di sapiente restauro compiuto, li si potrà ammirare infatti presso il Musa, protetti in teche blindate e a temperatura idonea a garantirne l’integrità, e le loro pagine si potranno sfogliare con sistema touchscreen su grandi schermi». Le «preziosità» sono appunto i Graduali pergamenacei contenenti le notazioni musicali dei canti della Messa per l’intero anno liturgico del ‘300 di grande formato, dalle copertine in cuoio, legno, metallo appartenenti alla municipalità di Salò dal 1448, quando furono acquistati dal Comune per dare abbrivio a un primo nucleo del Tesoro del Duomo, che si trovava in fase di riedificazione. Le «gemme» di queste opere d’arte sono all’interno, dove imperano pigmenti con largo uso di oro, e minerali macinati di vario genere, con tanta presenza di blu: «Elemento nobile per il suo costo: tanto da far pensare a una committenza ricca, e un conseguente lavoro che non ha badato a spese» spiega Alfonso Zoleo, dell’Università di Padova. Il progetto è stato completato dal restauro di tre dei quattro volumi, effettuato da Melania Zanetti dello studio Res di Padova, e dalla digitalizzazione completa delle pagine dei manoscritti. «Abbiamo utilizzato tecniche spettroscopiche che oggi consentono di leggere un’opera d’arte in modo non invasivo» spiega Zoleo. «Una tecnica che ci consente di capire se ci sono stati interventi o restauri nel corso del tempo». Un tempo lontano, quello in cui questi Graduali arrivarono a Salò. «Realizzati nel Veronese alla fine del XIV secolo, riconducono alla committenza della famiglia dei Della Scala,» spiega Federica Bolpagni, responsabile della realizzazione del progetto di restauro, compiuto grazie al contributo della Fondazione della Comunità Bresciana attraverso i finanziamenti del Bando Cultura 2017, rappresentata nell’occasione da Pierangelo Guizzi. La presentazione è avvenuta presso la Sala dei Provveditori di Salò alla presenza del sindaco Cipani, che ha sottolineato come i Graduali rappresentino «un ulteriore passo avanti nel cammino nel segno della cultura che sta compiendo la città di Salò». Stefano Bruno Galli, assessore della Regione Lombardia alla cultura, ha spiegato come le risorse canalizzate verso questi progetti siano di fatto motore di crescita economica oltre che culturale.