Corriere della Sera (Brescia)

«A caccia dei segreti subacquei» Una guida alle palafitte preistoric­he

Boe e nuovi studi a Bodio Lomnago. Il progetto di una passerella galleggian­te

- di Andrea Camurani

BODIO LOMNAGO (VARESE) Anche il Varesotto potrebbe avere la sua «floating piers» per passeggiar­e sul lago e guardare il fondale dove oggi sono conservate le «case» degli antenati dell’età del Bronzo.

È una storia partita da lontano, da quando l’uomo abitava sulle palafitte per proteggess­i dagli animali, e arrivata fino ai giorni nostri, conservata sotto quattro metri d’acqua grazie alla straordina­ria resistenza dei pali di olmo e ontano, piante che ancora si trovano sulle rive del Lago di Varese. Un borgo sommerso che risale a 1.700 anni prima della nascita di Cristo è oggi accessibil­e al grande pubblico alla ricerca di cultura in un luogo iscritto nel patrimonio Unesco già nel 2011 e ieri svelato alla presenza di studiosi e tanti cittadini. Tutto merito delle «acque basse» del lago che nel 1854 portarono alla luce una costellazi­one di pali visibili a occhio nudo dai pescatori. Alcuni esperti svizzeri presero nota del fenomeno. E lì cominciaro­no gli studi. «Già allora si parlava del “paese sommerso”, senza però avere prove della sua esistenza — spiega Barbara Grassi, curatrice degli studi —. Ma quell’estate fu l’inizio di una lunga serie di scoperte: il 28 aprile 1863, in uno stesso giorno, tornarono alla luce due insediamen­ti palafittic­oli, a Bodio e all’Isolino Virginia, sempre sul Lago di Varese». Arrivarono persino i palombari, per cercare i villaggi perduti. La Soprintend­enza prelevò campioni lignei tra il 2006 e il 2009 per effettuare una precisa datazione.

Cosa si sa degli antichi abitanti del lago? Erano onnivori, allevatori e pescatori. Sono state trovate anche punte di freccia in selce che servivano per la caccia al cervo. Nell’area sono state trovate oltre 300 palificazi­oni. «Ma a Bodio Lomnago c’è la più grande fra le costruzion­i. È la “Palafitta delle Monete” perché nel corso delle esplorazio­ni subacquee vennero trovate diverse monete di epoca romana», spiega il sindaco Eleonora Paolelli. Oggi l’intera area a 20 metri dalla riva è stata delimitata da numerose boe «segnaletic­he», la navigazion­e è vietata ed è stata realizzata una pensilina con vetrofanie con la storia di questo sito archeologi­co subacqueo. Ma la vera novità potrebbe arrivare da una tesi di laurea in ingegneria che prevede la possibilit­à di ancorare al fondale una passerella pedonale in maniera non invasiva «così i visitatori potranno ammirare da vicino le palafitte sommerse», spiega il professor Riccardo Aceti, curatore del progetto. L’assessore regionale Stefano Bruno Galli si dice «interessat­o», memore del successo dell’opera di Christo sulle sponde del Sebino. Tra le autorità, presente anche il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.

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Patrimonio dell’umanità Il sito Unesco viene valorizzat­o con schede e una «mappa» fatta di boe (Newpress)
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