L’arcivescovo: «Resistere alle pulsioni anti-migranti»
«Ma è proprio vero che il nostro benessere è in pericolo perché arrivano i migranti? Quando si definiscono le persone e le situazioni come minacciose allora la gente è anche motivata a fare la guerra. Dobbiamo allora usare questa parola, “resistere”, che significa perseverare anche quando è difficile». Ieri era il giorno del convegno diocesano che ha riunito oltre cinquecento volontari e operatori della Caritas Ambrosiana alla «Casa Cardinal Schuster». Li ha accolti l’arcivescovo Mario Delpini, e proprio quel concetto di «resistenza» calato nell’analisi della metropoli contemporanea è stato al centro del suo saluto e del suo intervento. «Dobbiamo attrezzarci — ha continuato l’arcivescovo — per la resistenza alla omologazione che ci vuole ridurre tutti a consumatori con le stesse idee e parole. Dobbiamo attrezzarci per resistere alla paura che alimenta il conflitto. Dobbiamo anche resistere e perseverare in una pratica di accoglienza che ha mostrato che le paure non sono fondate e che, al contrario, l’attenzione alle persone è fruttuosa per il Paese». Invito a pensare, ad usare la ragione contro un dibattito pubblico spesso costruito sulla comunicazione superficiale. «Dobbiamo infine — ha concluso l’arcivescovo Delpini — resistere alla rassegnazione e alla stanchezza perché quando si cammina è naturale che ci si stanchi».