Quando l’arte è bestiale
Meticci ingioiellati e vestiti con sottane broccate, tori sfiniti sotto al peso di certe veneri burrose, ritratti di poiane, lagotti con collari di seta: le muse animalier ispirarono gli artisti quanto le altre, quelle umane, spesso più isteriche, intrattabili e viziate delle prime.
Tra volatili spennati e rarissime specie esotiche, cani incipriati e pappagalli sopra cascate di frutta, dromedari e cardellini in odore di santità, palazzo Martinengo diventerà uno zoo artistico, una gabbia piena di capolavori (il numero esatto è ottanta): Gli animali nell’arte — Dal Rinascimento a Ceruti (la vernice il 19 gennaio; fino al 9 giugno) è la mostra bestiale con cui Davide Dotti e gli Amici di palazzo Martinengo cercheranno di infrangere un nuovo record di pubblico. Un viaggio nel regno animale e nell’evoluzione della specie (e del linguaggio pittorico) lungo dieci sezioni. Testuali: «Animali nella pittura sacra» e in quella mitologica, «Cani», «Gatti», «Pesci, rettili e insetti», «Uccelli», «Animali della fattoria», «Animali e uomini: un rapporto privilegiato», «Nani e pigmei vs animali», «Animali esotici e fantastici». Nella selva di opere di Guercino, Ceruti, Bachiacca, Grechetto, Campi, Cavalier d’Arpino e Duranti, anche quattro capolavori limited edition e mai esposti al pubblico del Pitocchetto, tra cui il dittico Vecchio con carlino e Vecchio con gatto citato nell’inventario del 1802 della collezione Melzi d’Eril di Milano. Da una tavolozza all’altra, gli animali appariranno come protagonisti indiscussi della tela, puro vezzo stilistico o incarnazione di messaggi cifrati.
«Attraversando le sale di palazzo Martinengo — fa sapere Davide Dotti, il curatore della mostra, che è riuscito a procurarsi anche Ritratti di gentiluomini con labrador di Lorenzo Lippi e altre sciccherie — il pubblico compirà un viaggio lungo tre secoli di storia dell’arte, ammirando capolavori dei grandi maestri della pittura che, con impareggiabile sensibilità estetica, dipinsero animali di ogni specie riservando grande attenzione alle definizione delle caratteristiche anatomiche delle singole razze, cogliendo talvolta le più sottili sfumature caratteriali. Un rapporto, quello tra uomo e animali, che i più celebri artisti di tutti i tempi hanno eternato in dipinti di incantevole bellezza, e che questa sorprendente mostra vuole riscoprire».
Oltre alla Provincia, che ha concesso il palazzo, il progetto ha avuto la benedizione e il patrocinio del Wwf, che ha riassunto le sue battaglie nelle schede di sala. E ogni opera (ma soprattutto animale) verrà studiata dal dipartimento di Scienze naturali e Zoologia dell’Università di Pisa.