Botticino si stringe alla famiglia di Massimo: «Un’anima buona»
Ancora non è stata fissata la data del funerale di Massimo Giossi, l’operaio di 47 anni che venerdì mattina è rimasto vittima di un drammatico infortunio sul lavoro durante il turno di lavoro alla Eredi Martinelli di Rezzato. Il primo, peraltro, incidente che si è verificato in questa azienda. Manca ancora il nulla osta: la procura ha disposto l’autopsia, che sarà eseguita all’Istituto di Medicina Legale del Civile. Nell’attesa quindi di dargli l’ultimo saluto tutto Botticino — dove Massimo viveva con la moglie Simona e due figli di 11 e 14 anni, Nicola e Alessandro — si stringe attorno alla sua famiglia, come anche la comunità di Rezzato, i colleghi e i titolari della azienda in cui era assunto da tempo. «Buono, onesto e operoso, amato e stimato da tutti lascia sulla terra le tracce luminose delle sue grandi virtù. Ciao Massimo un grande amico», scrivono sul suo profilo Facebook le persone che lo conoscevano bene. E che non si danno pace: «Ciao amico, non riesco ad accettare quello che è successo, inutile e banale dire che mi mancherai, pensavo già a un’altra estate insieme a te e alla tua splendida famiglia, ma il destino non ha voluto. Ti abbraccio» un altro messaggio. Erano le otto del mattino quando in un capannone dell’azienda Massimo Giossi stava movimentando una lastra di marmo con un carro ponte. Ma qualcosa è andato storto: pare che le lastre si siano slegate dalle cinghie (forse allentate) e abbiano travolto l’operaio, finito schiacciato contro una parete. Fatali le ferite alla testa e al torace. Nonostante i colleghi, che nel frattempo stavano sbrigando le rispettive mansioni, abbiano subito chiesto aiuto, Massimo è arrivato in ospedale, al Civile, in arresto cardiaco. E lì è spirato poche ore dopo. (m.rod.)