Brescia, grazie per l’affetto tributato a don Antonio
Chiunque abbia tra i suoi parenti una persona premiata dalla vocazione al sacerdozio o alla vita religiosa sa che essa, dal momento della consacrazione, non appartiene più con tutta se stessa all’originario nucleo famigliare. Di ciò siamo sempre stati consapevoli nell’ambito della nostra famiglia fin da quando alla fine degli anni quaranta, da giovane curato di Borgo Poncarale, nostro fratello don Antonio lasciò la nostra casa di Quinzano per servire la sua Chiesa.
E tale consapevolezza si è confermata durante i tre giorni di celebrazioni delle esequie di don Antonio constatando quanto numerose siano state le testimonianze di affetto nei suoi confronti sia all’obitorio della Poliambulanza, che alla Chiesa di San Lorenzo e alla Cattedrale, come infine nella Parrocchiale di Quinzano.
Non potendo naturalmente farlo di persona, vorremmo approfittare della vostra cortesia, per ringraziare di cuore tramite il Corriere, a cui va la nostra profonda riconoscenza per il tratto ampiamente documentato e affettuoso con cui ha trattato il triste avvenimento, tutte le persone che anche con messaggi e altri mezzi di comunicazione hanno espresso vicinanza e partecipazione al nostro lutto.
Ci conforta, nel tempo della perdita, la convinzione espressa dal nostro vescovo Monsignor Pierantonio Tremolada, che «don Antonio è andato avanti portandosi dietro un cesto di opere buone e proprio per questo Brescia gli ha voluto bene».