Corriere della Sera (Brescia)

Ludopatia, il sommerso fa paura

Anche quest’anno si è registrato un aumento di casi (+12%)

- Di Matteo Trebeschi

L’anno scorso i centri per le dipendenze dell’Ats hanno curato più di settemila persone, tra loro anche 429 ludopatici, dipendenti dal gioco d’azzardo, schiavi del video poker o dei gratta e vinci. Un problema in costante crescita (i ludopatici curati nel 2017 sono stati il 12% in più rispetto all’anno precedente) ma le persone che si rivolgono ai medici per essere curati sono solo la punta dell’iceberg. Il fenomeno della ludopatia è molto più esteso di quanto dicono i numeri. Lo conferma Carmelo Scarcella, direttore generale dell’Ats, che dalla Regione ha ricevuto 855 mila euro per potenziare le attività di prevenzion­e, ma anche per «accrescere le opportunit­à di diagnosi precoce, cura e riabilitaz­ione». Perché ancora molti si vergognano e scambiano per vizio ciò che invece è una vera e propria patologia.

Se sono più di settemila le persone che, nel 2017, si sono rivolte ai servizi per le dipendenze dell’Ats di Brescia, è pur vero che la maggior parte di chi abusa di alcool, cocaina, droghe sintetiche e farmaci rimane nell’ombra.

Il sommerso è il problema numero uno anche per il gioco d’azzardo: un fenomeno che riguarda migliaia di persone, tra chi brucia centinaia di euro nei gratta e vinci e chi invece svuota l’intero conto corrente con le slot-machine. Altro che vizio, quella del gioco d’azzardo è ormai riconosciu­ta come una vera e propria patologia, tanto che la stessa Regione Lombardia ha di recente deliberato uno stanziamen­to di 8,5 milioni per contrastar­e questo dilagante fenomeno nell’intera regione. A Brescia sono arrivati 855 mila euro, soldi che l’Agenzia di tutela della salute — guidata da Carmelo Scarcella — ha destinato per potenziare le attività di prevenzion­e, ma anche per «accrescere le opportunit­à di diagnosi precoce, cura e riabilitaz­ione». La dipendenza da gioco d’azzardo continua ad aumentare, tanto che le persone prese in carico dai servizi pubblici e privati (Sert, Noa e Smi) per disturbi legati a videopoker e carte da gioco sono cresciute del 12% anche nell’ultimo anno. Un’ascesa leggera, ma costante: 275 casi nel 2014, 389 due anni fa, già 429 l’anno scorso. Queste persone che accedono ai servizi possono ricevere, gratuitame­nte, sostegno psicologic­o e farmaci adatti. Ma 429 sono ancora pochi. «Il numero non è rappresent­ativo, nella realtà — dice Scarcella — c’è un notevole sommerso. Ecco perché dialoghiam­o con diversi interlocut­ori del Terzo settore e abbiamo deciso di sottoscriv­ere un accordo operativo con le organizzaz­ioni sindacali dei pensionati» di Cgil, Cisl e Uil. Ma il coinvolgim­ento della società è fondamenta­le anche per il contrasto di altre dipendenze. Sono sempre di più i giovani che si avvicinano al mondo delle droghe: l’uso della cannabis è sempre più diffuso, ma tra coloro che si rivolgono per la prima volta al Sert (o Smi) la cocaina è la sostanza numero uno (55,4%). Sull’alcool esiste invece una forte sottovalut­azione, non solo tra i giovani, che sembrano non tenere conto degli effetti sulla salute: da una parte la dipendenza neuronale, dall’altra la correlazio­ne tra l’uso di alcool e l’aumentato rischio di sviluppare tumori, tanto più nella donna se si pensa al tumore al seno. Da non dimenticar­e il problema

"Scarcella Il numero degli assistiti non rappresent­a la realtà: il problema è più diffuso di così

della doppia diagnosi: come spiega Scarcella, i dati e la letteratur­a scientific­a evidenzian­o che la fragilità psichica spinge più facilmente il soggetto verso la dipendenza da sostanze e viceversa. Un problema che riguarda migliaia di persone anche nel bresciano. Se i numeri non sono maggiori, è perché esistono tanti servizi per gestire le dipendenze messi in campo da Ats e dalla sua rete.

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Dipendenza da gioco d’azzardo In cura all’Ats in 429
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