Un treno su 10 sostituito dai bus
Tagli sulle linee per Parma, Cremona, Rovato-Iseo. I pendolari: si allungano i tempi di viaggio
Nel tentativo di arginare i disagi delle ferrovie locali, Trenord surroga le corse semivuote di 26 treni con altrettanti bus. I tagli sulle linee per Cremona, Parma, Rovato-Iseo. «I tempi di viaggio si allungheranno», dicono i pendolari.
I treni troppo vecchi sono la prima causa di ritardi e soppressioni, raddoppiate nei primi dieci mesi dell’anno rispetto al 2017. I pendolari sono sempre più inferociti, sale la disaffezione verso il trasporto pubblico e si torna ad utilizzare l’auto privata. Serve un piano d’emergenza. Ma visto che il nuovo materiale rotabile arriverà solo nel 2020, Trenord dal 9 dicembre (con l’avvio dell’orario invernale) ha pensato di ridurre i «disagi» sostituendo le corse dei treni meno frequentati — quelli con meno di 50 passeggeri — con dei bus. In tutta la regione si tratta di 139 corse, «meno dell’ 1%» fa sapere la società partecipata per metà dalla Regione (con Fnm) e per metà da Trenitalia. Ma la percentuale di «surroghe» dal ferro alla gomma nel Bresciano supera il 10 per cento: su un totale di 235 corse 26 verranno effettuate con bus. «Che non solo sono più scomodi — ricordano i pendolari — visto che non hanno servizi igienici ma sono a loro volta soggetti a ritardi, poiché in balia del traffico e di limitazioni infrastrutturali riconducibili alla vetustà di ponti e viadotti». Per Attilia Cantarelli, del comitato pendolari Bescia-Cremona è un piano «assurdo» perché «Non puoi sopperire alla carenza di treni dirottando i passeggeri sui bus. Si creeranno anche problemi di esuberi tra il personale ferroviario». Oggi i comitati del quadrante est incontreranno a Milano i nuovi vertici di Trenord, ma «non credo che ci siano più margini di trattativa» dice Cantarelli.
In provincia di Brescia corrono quotidianamente 235 treni (con oltre 24mila viaggiatori). Non ci saranno tagli sulle linee più frequentate (Verona-Brescia-Milano e Brescia-Iseo-Edolo). Anzi, proprio dal 9 dicembre i treni regionali per Milano dovrebbero acquistare in puntualità visto che la linea storica verrà completamente liberata dai Frecciarossa, in quanto si è superata la «strozzatura» esistente a Roncadelle (dove è stata bonificata una discarica abusiva). La linea più penalizzata sarà la Iseo-Bornato-Rovato che conta 67 passeggeri al giorno su 16 corse: da domenica non ci saranno più treni ma solo bus.
Sette sostituzioni arrivano anche sulla linea Brescia-Parma. Delle 30 corse quotidiane 7 saranno parzialmente o totalmente effettuate con bus, con un aumento notevole dei tempi di viaggio (quasi un’ora in più tra le due città). Subirà modifiche il treno che parte da Brescia alle 10.07: si viaggia in bus fino a Piadena (arrivo alle 11.59) e da qui si proseguirà in treno fino a Parma (arrivo alle 12.48, dopo quasi 3 ore). Bus anziché treno in partenza da Piadena alle 14.59 con arrivo a Parma alle 15.48. E ancora: su gomma fino a Piadena andranno i pendolari che partono da Brescia alle 20.07. Viene soppresso il treno che parte da Parma alle 5.32 e arriva a Brescia alle 7.38: ci sarà solo un bus che parte da Piadena alle 5.50 (arrivo a Brescia alle 7.38). E via i treni da Piadena a Parma delle 10.13 , 13.13 , 20.13. Verranno però attivate due nuove corse: una nei giorni feriali da Parma a Piadena (parte alle 21) e una Piadena-Parma (6.59) nei giorni festivi. La linea Brescia-Cremona conta 31 corse giornaliere e tre saranno sostituite dai bus (quelle in partenza da Brescia alle 5.36 e alle 21.40 e quella in partenza da Cremona alle 20.24).
«Tali interventi sono resi necessari dai limiti strutturali del sistema ferroviario lombardo che contribuiscono al progressivo peggioramento delle performance» si legge in una nota di Trenord, che prosegue: «Considerato che nei prossimi 24 mesi tali condizioni strutturali non si modificheranno, il piano risponde all’urgenza di intervenire per recuperare almeno parzialmente regolarità e affidabilità del servizio».
Che la situazione sia molto critica l’ha ricordato anche il nuovo ad di Trenord, Marco Piuri, nell’audizione di un mese fa al Pirellone: nei primi 10 mesi dell’anno la puntualità media è scesa al 79% (era dell’ 84% del 2017). Le colpe? Infrastrutture inadeguate e ancora a binario unico (come per la Parma e Cremona), carenza di personale e un’età media di 20 anni dei convogli: 32 anni quelli di Trenitalia, 9 anni quelli della Regione (anche se Trenitalia ha già inviato 8 treni seminuovi e altri 6 arrivano nei prossimi giorni) . È questa vetustà a causare il 65% delle soppressioni. L’assessore ai Trasporti Claudia Maria Terzi in quell’occasione non ha mancato di bacchettare Trenitalia: «Sono mancati gli investimenti sulla rete di Rfi. La Regione ha investito 3 miliardi in Trenord, mentre Trenitalia ha messo solo 170 milioni di euro. Numeri che parlano da soli». E mentre si completava la Tav Treviglio-Brescia, sulle linee storiche «Per cinque anni c’è stato un Governo che non ha investito in Lombardia, né per acquistare i treni né per migliorare la rete».