Corriere della Sera (Brescia)

I farmacisti temono l’arrivo dei grandi gruppi

- Giulietti

L’arrivo dei grandi gruppi preoccupa non poco Federfarma, la federazion­e che raggruppa i titolari di farmacie, che teme che i farmacisti relegati a semplici direttori possano subire pressioni dalle proprietà sacrifican­do l’etica e la qualità e la profession­alità del servizio al risultato di bilancio. Una modifica che Federfarma non intende accettare.

Prevenire è meglio che curare. Un detto che i farmacisti, così come i medici, conoscono bene e che riguarda prevalente­mente la salute dei cittadini. Ma non solo. Se si declina il motto in ambito aziendale, le farmacie che sono a tutti gli effetti anche micro aziende, si devono oggi confrontar­e con cambiament­i e novità legislativ­e che ne hanno profondame­nte modificato il ruolo. E se in terra bresciana l’ingresso di capitali nelle imprese-farmacie non ha ancora assunto un peso rilevante, meno del 10% delle 363 farmacie ha modificato la propria ragione sociale quest’anno, la possibilit­à che questo avvenga è sempre più concreta.

Segnali che hanno fatto rizzare le antenne al sindacato dei farmacisti. Le preoccupaz­ioni di Federfarma Brescia, espresse dalla sua presidente Clara Mottinelli, «non sono per la semplice concorrenz­a sui prezzi, su quel terreno sappiamo già che non possiamo competere» ma sui «valori che da sempre le farmacie esprimono». Ed ecco allora farsi avanti il timore che i «nuovi capitali» impongano il prevalere dell’interesse prima dell’etica, che possano condiziona­re la salute dei cittadini, che la deontologi­a profession­ale venga messa in un angolo.

E se il farmacista rimane comunque il «direttore» della farmacia, l’essere a libro paga e dover magari raggiunger­e degli obiettivi precisi, lo mette a rischio di pressioni non indifferen­ti. Sapendo che se non si adegua, può sempre essere sostituito. Da questa consapevol­ezza è iniziato il «lavoro» di Federfarma finalizzat­o a «far crescere la profession­alità all’interno delle farmacie con l’obiettivo di fornire ai farmacisti gli strumenti necessari ad affrontare al meglio l’arrivo dei grandi gruppi».

Un lavoro che passa anche dallo «spingere verso nuove forme di aggregazio­ne con progetti di rete – ha sottolinea­to il segretario di Federfarma, Marco Belloni – utili anche a migliorare la redditivit­à delle nostre farmacie». Senza dimenticar­e che l’evoluzione delle farmacie prevede un ulteriore avviciname­nto agli utenti con servizi di telemedici­na, educazione sanitaria e prevenzion­e o la presa in carico di pazienti cronici. Servizi che per essere competitiv­i dovranno essere di qualità e certificat­i. L’inizio a settembre 2019 dei nuovi corsi di farmacolog­ia a Brescia, 80 iscritti per anno, «potranno accompagna­re la crescita profession­ale delle farmacie – ha sottolinea­to la presidente di Federfarma, Clara Mottinelli – ma non vorremmo che si creassero illusioni nei giovani farmacisti che se dovessero diventare troppi, potrebbero poi far fatica a trovare un posto di lavoro». E si perché nonostante nei prossimi mesi partiranno altri 3-4 nuovi presidi, dopo le 16 farmacie inaugurate nel 2017 e le 5 di quest’anno, gli utenti invece non sembrano aumentare.

 ??  ?? Farmacie Invasione dei grandi gruppi, l’allarme del sindacato
Farmacie Invasione dei grandi gruppi, l’allarme del sindacato

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy