Corriere della Sera (Brescia)

Quegli stipendi in fumo con il poker online

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Dimenticat­e le sale da poker, con il tavolo ricoperto da fiches e il fumo da sigaretta che aleggia nella stanza. La tecnologia ha ormai superato queste immagini che hanno un sapore da pellicola cinematogr­afica. Oggi il poker è un’insidia temibile che si può incontrare con facilità stando seduti sul divano di casa. Basta una connession­e ad internet, un tablet, un pc o un dispositiv­o cellulare. E il gioco parte. È quello che succedeva anche a un operaio, poco più che maggiorenn­e, che ai siti di poker online ha finito per giocarsi più di uno stipendio. Gli era bastato inserire la carta di credito. Tutto facile, tranne che vincere. O meglio, l’abbaglio di una puntata che va a buon fine apre un baratro, quello dell’illusione che i soldi sono facili. E si può comprare vestiti, oggetti, automobili. Un inganno, costruito sacrifican­do sull’altare del videopoker diverse buste paga. È la storia di un ragazzo che vive nell’hinterland, preso in cura dai servizi perché, come altri giovani, non era più in grado di uscire da quell’inganno. Ma i segnali ad un certo punto erano emersi: sul lavoro il giovane operaio era distratto. E nel fine settimana, quando era libero, passava più di metà della giornata al pc o sul telefonino, provando a vincere una partita con una «doppia coppia» o una «scala a colore». Un’illusione che si scopre tale solo con i servizi di counsellin­g, con la psicoterap­ia, ma anche la prescrizio­ne di farmaci adeguati. (m.tr.)

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