Pasini, Del Bono e il ritorno della Brescia che fa notizia
Brescia fa notizia. Mai come oggi. Due conferme recenti: Giuseppe Pasini, presidente Aib, rimbalzato sul londinese «Guardian» dopo la sua intervista al Corriere; Emilio Del Bono, sindaco di Brescia, ospite di Lilli Gruber sui termovalorizzatori. Mai successo fino ad oggi, almeno non con la stessa audience. Per quali ragioni? Il presidente Aib e il sindaco cittadino sono, ognuno nel proprio ambito, effetto di una Brescia che è cambiata e insieme causa di una Brescia che sta ancora cambiando. Anzi, che vuole ancora cambiare. Il primo con le recenti motivate invettive contro una politica governativa distante dalle imprese, il secondo con la smagliante affermazione di una politica locale cha sa ascoltare la società civile. Entrambi sono diventati un evento nazionale per il fatto di essere la conferma di una città e di una provincia che possono essere un modello anche per la guida del Paese. In ogni caso appare superato il vecchio cliché con cui in passato si guardava a Brescia («gigante economico, nano politico»). Per il fatto evidente che il «nano politico» è cresciuto e il «gigante economico» si è svegliato. Pasini, con notevole tempismo mediatico, aveva anticipato alcuni temi della sua relazione all’assemblea generale Aib nell’intervista di una settimana prima al Corriere dove, cifre alla mano, lanciava l’allarme sulla fine della crescita a Brescia e in Lombardia. Ma nella relazione assembleare l’allarme è stato anche politico, non solo economico. E questa volta, come la prima allerta ha avuto una eco internazionale, la seconda ha avuto una ribalta nazionale. In entrambi i casi una risonanza come mai era avvenuto prima per un rappresentante dell’industria bresciana, salvo ai tempi di Luigi Lucchini. Che significa? Non solo che Brescia è cresciuta, ma che è cambiato il modo con cui il Paese guarda a Brescia. Mentre prima le prese di posizione di leader industriali locali quasi mai rimbalzavano con la dovuta evidenza sul piano nazionale ora Brescia è ascoltata. La politica, infatti, accusata da Pasini di «lontananza e scollamento» dai problemi dell’impresa, ha reagito prontamente mostrando di prendere sul serio le fondate accuse del presidente Aib. Il «gigante economico» ha dato un segnale che la politica non ha potuto snobbare o sottovalutare (così come cinque mesi prima il «nano politico», grazie a Del Bono, era diventato un caso nazionale). E per politica intendiamo soprattutto la Lega, che a Brescia e provincia conta una delle sue roccaforti. Ma Pasini, e questa è la seconda novità della sua relazione, non ha distinto tra Lega e 5Stelle coinvolgendole invece in una comune responsabilità politica. I tempi sono dunque cambiati, ma Brescia ancora di più. Pasini e la risonanza avuta dal suo j’accuse sono la conferma che Brescia, da sempre capitale della cultura del «saper fare», sta diventando anche cultura del «far sapere». Il presidente Aib ha saputo intercettare tale mutazione riuscendo a farsene interprete con tempestività e autorevolezza. Ciò grazie alle qualità della persona: la tenacia e la pazienza. Il saper aspettare il momento giusto per lanciare il messaggio giusto. Il che significa aver saputo interpretare a tempo debito la mutazione e il conseguente cambiamento di immagine, contribuendo a rilanciarla e rinnovarla, che Brescia sta vivendo. Un processo che, nell’ambito economico, è speculare all’altro cambiamento in corso, quello di immagine politica ad opera di Del Bono. Un altro riuscito esempio di una Brescia percepita quale forza tranquilla. Nessuno dei due velleitario o volontaristico, tutti e due dotati di senso realistico. Due facce della stessa medaglia, il «fare notizia» a livello nazionale, come meglio non si potrebbe immaginare. Ma una Brescia più «prestazionale» sul piano economico e più «performante» su quello politico pone ai suoi protagonisti, insieme ai meritati premi, impegni più gravosi. Insieme ai graditi riconoscimenti, responsabilità sempre più cogenti. Il «bello» viene adesso, sia per Pasini che per Del Bono. Per il primo tenere alta la guardia e desta la critica alla politica; per Del Bono tener fede alle aspettative dei bresciani con l’esempio della coerenza e della competenza. Entrambi, non c’è da dubitare, sapranno essere all’altezza delle premesse. Perché in cima alla salita, è il caso di dire date le asperità del percorso, potrebbero attenderli responsabilità di livello nazionale nei rispettivi ambiti. Riconoscimenti dovuti a chi, avendo saputo dimostrarsi cosciente a livello locale delle proprie responsabilità sociali può fare altrettanto sul piano nazionale. Cosa rara in politica come in economia.
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La ribalta nazionale e oltre Il presidente Aib approda sul «Gardian», il sindaco parla di termovalorizzatore con la Gruber Il territorio esce dal suo «nanismo»