Turista abusata: in due chiedono pene alternative
Il giudice deciderà se «metterli alla prova» con un programma di rieducazione
Per due di loro è iniziato il dibattimento al Tribunale dei minori. Rispondono di violenza sessuale nei confronti di una turista danese di 17 anni: l’approccio tra l’11 e il 12 luglio scorso, fuori da una discoteca di Manerba. Coetanei della vittima, i loro legali hanno chiesto la messa alla prova. Posizione più pesante per un terzo 17enne, al Beccaria, che sarà processato in abbreviato nei prossimi giorni.
Era la notte tra l’11 e il 12 luglio scorso. Le luci strobo in discoteca prima — e il primo approccio, pare — il buio del parcheggio e del viale poi, prima che arrivasse l’alba. I passi dietro di lei, il fratello maggiore che tenta di proteggerla (e in cambio si prende un pugno), le mani che cercano di toglierle i vestiti, gli altri che guardano.
Poi la fuga. Lei era una turista danese di soli 17 anni, in vacanza (come sempre) con i genitori in un camping poco distante da quel locale, il Red Clubbing di Manerba. E che dopo aver sporto denuncia ha fatto le valige in fretta e furia per tornare a casa sua con la famiglia.
Loro, che stando alla sua testimonianza hanno cercato di abusare di lei nonostante il rifiuto, sono tre ragazzini coetanei, di soli 17 anni. Arrestati su ordinanza cautelare qualche giorno dopo i fatti: i loro volti erano stati immortalati dalle telecamere di sorveglianza e nelle foto, con la «preda», scattate in discoteca dove era in programma un evento speciale. E finiti a processo su richiesta (accordata) di giudizio immediato al tribunale dei minori: uno, l’unico per cui fu disposto il trasferimento in carcere al Beccaria di Milano — la sua è stata ritenuta la posizione più pesante, sarebbe stato lui a tentare e forzare fisicamente il contatto con la turista — ha scelto l’abbreviato, udienza in programma il prossimo 17 dicembre. Per gli altri due, invece, prima udienza in dibattimento al tribunale dei minori.
Uno, bresciano, è in comunità protetta; l’altro (di origini magrebine), invece, è stato sottoposto alla «permanenza domiciliare» dopo l’arresto.
I legali di entrambi i ragazzi (gli avvocati Carolina Margani e Tiziana Scepi) hanno presentato istanza e progetto di messa alla prova. Il giudice ha aggiornato per la decisione al 28 febbraio.