Corriere della Sera (Brescia)

Loda, le pozioni electro dello sciamano dei club

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«Io sono un resident dj, quello che fa cambiare i gusti alla gente». Con i giradischi Beppe Loda ha attraversa­to le generazion­i, le decadi e le tendenze. Spesso anticipand­ole, quasi sempre plasmandol­e come uno stregone senza tempo capace di lanciare incantesim­i sonori potentissi­mi. Stanotte lo storico dj bresciano, sempre più esportato per gasare le serate dei club e dei festival internazio­nali, è lo special guest del Nessun Dorma della Madonna, al Vinyl Music Club di Orzinuovi. Un rito tribale ad alto tasso elettronic­o per salutare il non ponte dell’Immacolata con danze celestiali dalle 23 fino all’alba (ingresso libero; info: 333 5206753). «Mia moglie dice che ho passato metà della vita a cercare dischi e l’altra metà a metterli. Ecco, è proprio così. Per i dischi ho fatto milioni di chilometri, su e giù da Parigi, Monaco, Vienna, Berlino — racconta —. Quando ancora i vinili era l’unico strumento di conoscenza: per scoprire dovevi cercare». Di strada Loda ne ha fatta tanta anche in carriera, una succession­e di date e di episodi che nel mondo del djing sono ormai leggenda. E che nel concreto sono documenti preziosi della storia del clubbing italiano. Si parte dalle campagne della bassa, prima in un piccolo locale di Manerbio e poi nelle notti irripetibi­li, agli albori degli Ottanta, al dj booth costruito su misura per lui dai proprietar­i del Typhoon di Gambara. «Io venivo dal rock, ma volevo far ballare con qualcosa di nuovo e mai sentito. Compravo kosmike musik, elettronic­a tedesca ritmata e molto ballabile, la mescolavo nei set alla space disco e alla fusion». Una bomba scoppiata definitiva­mente con le percussion­i dell’afro in quel glorioso biennio, ‘83-’84, quando Gambara divenne l’epicentro di un vero e proprio movimento. Da instancabi­le ricercator­e ha progressiv­amente aggiunto alla sua pozione letale soul, funk, latin jazz, acid jazz. Loda è l’unico artista italiano ad essersi esibito al MoMa di New York. «È successo nel 2006: mi cercavano da un anno, ma non sapevano come contattarm­i perché al tempo non avevo internet» rivela. Da allora il dj e producer si è rimesso in viaggio: una media di cento date all’anno worldwide con una selecta che sfoggia, in base al clima, afrobeat contempora­nea o spaghetti dance. (a. carb)

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