Un biondo vichingo dall’anima latina
Ènato tra i ghiacci della Scandinavia, ma ama il sole della Sicilia. Il norvegese Terje Nordgarden, classe 1971, stasera presenta al Circolo Arci Il Ritorno di Seregno (corso Matteotti 149, ore 21; ing.libero con tessera) il suo ultimo album «Changes», un concept che parla di cambiamenti come motore dell’esistenza, e del bisogno di evasione dalla città, ben espresso in brani come «Wide open spaces». Stregato da un concerto di Bruce Springsteen, Nordgarden inizia la sua attività di musicista in patria, ma presto si trasferisce in Italia, esibendosi come busker a Bologna, dove registra il primo album con la supervisione di Paolo Benvegnù. Dopo un ritorno in patria, il biondo vichingo vive per un lustro a Catania, dove nasce la sua prima figlia, prima di trasferirsi nuovamente a Oslo, la città in cui registra il nuovo disco come si faceva un volta, live con un’orchestra in studio, ossia con i fiati dei Jaga Jazzist, gli archi di Sivert Hòyem e le coriste dei Madcon. «Changes» conferma l’influenza della musica Americana, tra panorami folk, country, soul e blues. In «Don’t need nobody» si sale a bordo di un battello a ruota sul Mississippi con piano, sax e trombone. (P. Ca.)