IL RISCATTO DELLA PROVINCIA
L’avevamo in corpo da secoli ed era il riscatto della provincia. Quell’approccio insicuro e modesto, ai limiti della mitezza, delle aree di periferia, che gongolava sotto le smentite spoglie di un complesso di inferiorità, andava scardinato. Quanto avremmo voluto vivere in città, si pensava. Gente di lago, pianura e montagna che per specializzarsi negli studi, affermarsi professionalmente, tessere relazioni generatrici era costretta a cambiare aria, casa e skyline notturno (per poi tornarci, in periferia, ma da adulti compiuti, in cerca più che altro di un paesaggio interiore salvifico e del suo alter ego fisico). Poi, il vento è cambiato: la provincia ha cominciando a risvegliarsi tutta insieme e non più per settori (imprese, turismo, cultura), innescando un processo unitario di consapevolezza di sé. Ed ecco che nel giro di alcuni anni le zone limitrofe, le cosiddette «terre minori», sono diventate luoghi di realizzazione, dove attivare obiettivi, progetti, percorsi. Per un fenomeno di contaminazione, si è ingenerato un meccanismo di accensione generale. Incontri letterari, festival, salotti intellettuali, rassegne culturali hanno riempito i calendari di borghi e paesi della provincia di Brescia. Dove andiamo stasera? Al pubblico si sono spalancate le porte di palazzi antichi, dimore nobiliari, castelli (complice l’azione meritoria del Fai, ma non solo) e quelle di nuove spazi, come sale polifunzionali, biblioteche, sedi di associazioni, librerie e scuole in apertura serale.
Eppure questo percorso di rinnovamento, che negli ultimi anni ha contraddistinto la vita di provincia, di recente pare aver preso una nuova piega. Non si tratta più soltanto di un processo di autoaffermazione, pari al «ci siamo anche noi». Ma è qualcosa di nuovo ed è connesso allo sviluppo culturale. La provincia sembra infatti proiettata verso un traguardo finora inedito, e cioè a candidarsi al ruolo di leadership nella cultura. I territori si sono mossi sotto il profilo creativo e stanno acquisendo autorevolezza, pronti a diventare punti di riferimento con funzione trainante. Non solo quindi spazi «fisici» che crescono per accogliere idee e progetti, grazie ai fondi che permettono di realizzarli, come quelli territoriali erogati da Fondazione Comunità Bresciana e agli investimenti di enti e istituti (come il Distretto Culturale di Valle Camonica) che sostengono questo processo, ma anche centri propulsori di energia creativa, stimolati anche da una parallela crescita turistica ed economica. Che quindi in provincia si stia allestendo un «salotto» diffuso per un nuovo dibattito culturale non è solo un fenomeno di costume. Ma il segno di un cambiamento che dimostra come il pensiero abbia trovato un’accelerazione di sviluppo e alimentazione in questi luoghi decentrati che custodiscono patrimoni immateriali e fisici, storie, vicende e tradizioni che a un certo punto hanno iniziato a dialogare fra loro e ad amalgamarsi, costituendosi come una forza unica e idonea per innescare un’azione condivisa. Non più tante iniziative sparpagliate fra le valli, ma un flusso unitario di risorse, intellettuali e creative, destinate a lasciare un segno. E se la provincia pare affermarsi come nuovo centro di confronto e stimolo culturale, non è per rappresentare un competitor della città, ma per costruire un modello diverso, capace di fare rete, creare collaborazioni, aprendosi all’esterno e portandoselo un po’ a casa, invertendo la storica rotta direzionale, dalla città alla periferia. Che cosa ne deriverà? Certamente questi luoghi si stanno illuminando con una vitalità nuova che possa guardare al futuro per le nuove generazioni e rappresentare un percorso non estemporaneo né effimero, destinato a restare nel tempo. Il suo percorso di configurazione è in fieri, dovrà essere duttile e ricettivo. Dovrà continuare a inventarsi. Ma una volta compiuto, potrà avere le chance per vestire i panni di un nuovo modello generatore di visioni e risorse, che potrebbe non appartenere a una categoria, ma usando molta immaginazione, rappresentare qualcosa di rivoluzionario.