Corriere della Sera (Brescia)

Musica e sperimenta­zione Sarà una Grande stagione

La prima italiana di Forsythe, Gatti sul podio, contaminaz­ioni e performanc­e negli spazi urbani. Festa dell’Opera in provincia fino a settembre

- Di Alessandra Troncana

Quel cattivo ragazzo (copyright Martha Graham) ossessiona­to dal nuoto e dalla pittura iniziò a istigare i critici fin dal debutto, quando rimase immobile sul palco per quattro lunghissim­i minuti su un «silenzio» di John Cage: era il 1957, e Louis Horst liquidò Duet e l’American dreamer (per autodefini­zione) Paul Taylor con una pagina bianca su Dance Observer. Al coreografo più bulimico della danza statuniten­se, che finanziava i primi spettacoli facendo il vetrinista per Tiffany con Robert Rauschenbe­rg e ha lasciato in lutto le platee l’anno scorso, renderanno onore e grazie il 7 marzo, quando la Paul Taylor Dance Company porterà in scena tre coreografi­e: Aureole, Esplanade, Promethean fire.

La serata è uno degli eventi di culto del cartellone di un teatro sempre più Grande: la nuova stagione del massimo cittadino debutta il 17 gennaio con un concerto nel nome di Robert Schumann eseguito dalla Mahler chamber orchestra, ammaestrat­a dal semidio del podio Daniele Gatti. Tra Sonate parallele, sussurri jazz, dive del violoncell­o (Monika Leskovar) e performanc­e fugaci, sarà una «stagione trasversal­e per le poetiche che la attraversa­no, le geografie e le contaminaz­ioni» dice Umberto Angelini, soprintend­ente del Teatro Grande. L’ispirazion­e segue due correnti: il romanticis­mo e il barocco (anche nella danza).

Guanti di seta blu pallido, sneaker sopra ai calzini e il suoni rarefatti che fratturano la grammatica del balletto: per la prima italiana di A quiet

evening of dance, l’opera con cui il più grande trasgresso­re della danza William Forsythe è risorto sulle scene, il sold out è dato per scontato (il 2 febbraio). Sei anni dopo Study#1, la coreografi­a ispirata proprio dal Grande, in cui trovò un’alcova creativa, Forsythe esplora e trasfigura le danze barocche delle corti reali europee. Andrea Bacchetti sarà il solista del concerto con l’Orchestra della Svizzera italiana il 5 febbraio, la signora del violoncell­o Monika Leskovar celebrerà i primi 50 anni di G.I.A. (Giovani interpreti associati) il 3 marzo, la pluripremi­ata Akademie für Alte Musik Berlin salirà sul palco il 23 marzo. Tra il Deserto digitale di Nicolò Galli (contagiato dalla rivoluzion­e di Edgar Varèse), la Grande notte del jazz

(13 aprile) e le Small choices della trinità Giacomo Papetti, Emanuele Maniscalco e Gabriele Rubino (22 gennaio), ci saranno anche performanc­e in divenire: con Trigger e le sue improvvisa­zioni, Annamaria Ajmone rielaborer­à gli spazi di Santa Giulia (il 23 febbraio), mentre l’11 maggio la compagnia Didier Théron, vestita di gonfiabili, cambierà la percezione di corso Zanardelli. Lo stesso giorno, il Leone d’argento alla Biennale della danza Michele di Stefano e l’esercito di danzatori di mk esploreran­no l’orizzonte urbano.

La data della Festa dell’Opera, 8 giugno, è già virale: non mancherann­o un preludio e un epilogo da marzo a settembre con i concerti diffusi in provincia (è in corso una discussion­e su un possibile potenziame­nto dell’evento).

Dettagli e altri appuntamen­ti, incluse le Lezioni di

storia con Laterza e i progetti per i bambini, su teatrogran­de.it.

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Deserto digitale Lo spettacolo di Nicola Galli
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